All’ospedale Molinette di Torino, secondo i dati ufficiali, si è vaccinato contro il Covid circa il 93% del personale: tecnici, infermieri OSS e amministrativi. Fra i medici, questa percentuale sale fino al 97%. Si calcola quindi che circa 600/700 persone del personale sanitario non sia ancora vaccinato. 80 di loro sono stati sospesi dal servizio, senza quindi alcuna retribuzione. Di questi abbiamo intervistato un infermiere, che ha voluto rimanere anonimo:

E’ stato sospeso come infermiere alle Molinette: come mai ha scelto di non vaccinarsi?

Trattandosi di un farmaco sperimentale, come da dichiarazione delle case produttrici, quando e se si avranno sufficienti dati per una corretta valutazione tra rischi e benefici potrei prendere in considerazione la vaccinazione come alternativa alle cure esistenti. Senza contare che con una corretta prevenzione a tutela e rafforzamento del proprio sistema immunitario, vi è già una notevole riduzione di possibilità di sviluppare la malattia e le sue eventuali complicanze.

Da quando è sospeso dal lavoro? Non ha paura che questa sospensione le porti dei problemi economici?

Sono stato ‘gentilmente‘ sospeso alla fine del mio turno di lavoro a fine agosto. Certamente, ho paura, poiché sono a reddito zero, sulla carta fino al 31/12/2021. E soprattutto non posso nemmeno valutare alternative lavorative, in quanto il mio contratto d’assunzione con l’azienda che mi ha sospeso è in essere ma congelato.

Ha ricevuto solidarietà dai suoi colleghi?

No! Irridono, discriminano e disprezzano se non quando festeggiano le avvenute sospensioni, senza neppure avere il coraggio di farlo apertamente con l’interessato. E pensare che sono le stesse persone con le quali, il giorno stesso della sospensione, si rideva e scherzava. Purtroppo lo stesso atteggiamento avviene nei riguardi di utenti non vaccinati…

Cosa pensa dell’emergenza in corso?

Dell’emergenza in corso penso solo che ci sia tanta confusione. Ho tanti dubbi: i tamponi processati in maniera scorretta, i pazienti non inoculati inseriti nei percorsi considerati infetti. O i pazienti inoculati, anche se con sintomi respiratori, trattati come soggetti non infetti e non infettivi. Ubicati nelle degenze comuni, con il personale sanitario vaccinato che ha abbassato la guardia e quindi spesso non utilizza più in modo corretto i dispositivi di protezione individuale e le comuni norme igieniche. Cosa posso dire a riguardo…?

Se le dovessero dire che perderà definitivamente il lavoro si potrebbe convincere a vaccinarsi?

Nell’eventualità vorrà dire che, con gran dispiacere e amarezza, butterò via più di vent’anni di professionalità e di esperienza .

Cosa ne pensa delle proteste no green pass ad esempio di Trieste e Genova?

Abbiamo solo da imparare da persone semplici ma che conoscono il valore della fatica. E sono grande esempio di solidarietà, contrariamente alla categoria dei sanitari, egoisticamente immobili e silenti (non tutti ma la maggioranza)

Cosa si sente di dire a chi accusa chi non si vaccina di “essere incosciente”?

Due semplici cose:
1) Oggi lo sanno anche i muri che i vaccini proposti non impediscono la diffusione del virus ma l’eventuale attenuazione dei sintomi della malattia, non lo dice un sanitario sospeso… Ma il bugiardino delle rispettive case farmaceutiche.

2) Dopo due anni a stretto contatto quotidiano con pazienti covid, avendo attuato correttamente i protocolli aziendali e quindi dispositivi individuali (igiene delle mani, mascherine differenti a seconda della procedura da attuare, camici, guanti, corretta areazione ecc) dove sta l’incoscienza? Tanta paura per il sars-cov-2, ma si vive in un mondo pieno di molte altre patologie respiratorie infettive, tipo la sempre attuale e mai debellata TBC. Quindi dovremmo vivere nella quotidiana paura, non da oggi da sempre?

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