(Adnkronos) – Mons. Carlo Maria Viganò, l’ex nunzio in Usa accusato dal dicastero per la Dottrina della Fede di scisma, nel giorno in cui dovrebbe presentarsi per difendersi davanti all’ex Sant’Uffizio, in una lunghissima nota che è un j'accuse, torna a chiedere le dimissioni del Papa muovendo accuse durissime. “Ho deciso di rendere pubblica questa mia dichiarazione, alla quale unisco una denuncia dei miei accusatori, del loro 'concilio' e del loro 'papa'. Prego i Santi Apostoli Pietro e Paolo, che hanno consacrato la terra dell’Alma Urbe con il proprio sangue, di intercedere presso il trono della Maestà divina, affinché ottengano alla Santa Chiesa di essere finalmente liberata dall’assedio che la eclissa e dagli usurpatori che la umiliano, facendo della Domina gentium la serva del piano anticristico del Nuovo Ordine Mondiale”, scrive Viganò nel suo j’accuse.  L’ex nunzio, come ha spiegato all’Adnkronos il canonista don Davide Cito, sarà comunque giudicato, con un avvocato di ufficio, e rischia le dimissioni dallo stato clericale. “La mia non è una difesa personale, ma della Santa Chiesa di Cristo, nella quale sono stato costituito Vescovo e Successore degli Apostoli, con il preciso mandato di custodire il Deposito della Fede e di predicare la Parola, insistere opportune importune, riprendere, rimproverare, esortare con ogni pazienza e dottrina. Respingo con forza l’accusa di aver lacerato la veste del Salvatore e di essermi sottratto alla suprema Autorità del Vicario di Cristo: per separarmi dalla comunione ecclesiale con Jorge Mario Bergoglio, dovrei essere stato prima in comunione con lui, cosa che non è possibile dal momento che lo stesso Bergoglio – sostiene Viganò – non può esser considerato membro della Chiesa, a causa delle sue molteplici eresie e della sua manifesta alienità ed incompatibilità con il ruolo che invalidamente ed illecitamente ricopre”.  Viganò nel suo lungo j’accuse rispolvera argomentazioni che sostiene da tempo che lo hanno portato ad essere accusato di scisma. Già nel 2018 pubblicò una lettera nella quale chiedeva le dimissioni del Papa accusandolo di avere coperto il cardinale Theodore Mc Carrick, colpevole di abusi su alcuni seminaristi. Scrive Viganò nella nota: "Affronto questa prova con la determinazione che mi viene dal sapere di non avere alcun motivo per considerarmi separato dalla comunione con la Santa Chiesa e col Papato che ho sempre servito con filiale devozione e fedeltà". —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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