Pochi sanno che Benito Mussolini si è sempre dimostrato molto legato ai cavalli. Sembra ne possedesse diversi, che però sparirono dopo il ’42. Gli piacevano i cavalli, gli piaceva averli intorno ed era anche un bravo cavallerizzo.
Figlia di questa passione è un’altra passione di Mussolini, da datare intorno al 1930, ovvero l’amore per la motocicletta. Dopo la formazione del Moto Club di Roma, avvenuta intorno al ’31, Mussolini si iscrisse ottenendo la tessera n°1. Da qui si autoproclamò “Primo Motociclista d’Italia”. Fu anche decorato diverse volte come “miglior Atleta Motociclista” con diverse medaglie al valore alla bravura e alla guida. La moto dell’epoca era una Bianchi, una 175 bitubo Sport Freccia d’oro, con cambio a mano sul lato destro del serbatoio. Una gran motocicletta, si trovano parecchie foto del duce in sella a quest’ultima.
Fu un grande sostenitore del motociclismo italiano, abolì l’obbligo della patente
La sua moto era targata 1 ROMA, per evidenziare il fatto che avesse la tessera n°1 (o 00001) del Moto Club di Roma. Alcuni sostengono che la targa fosse la 1 per il semplice motivo che lui era il duce, il numero 1 d’Italia. Mussolini era veramente legato a questo mondo, la Bianchi di Mussolini è figlia unica e fu portata dal suo odierno proprietario ad un raduno.
Secondo alcuni, invece, fu sostituita attorno al ’39, anno dello scoppio della guerra, con una Gilera o con una Guzzi.
Mussolini e le “moto del popolo”
Il Duce e le moto sono sempre stati legati, basta vedere la sua famosa campagna delle agevolazioni. Chi produceva piccole ed economiche cilindrate fruiva di agevolazioni dallo Stato (vedi le Guzzi P175, le Gilera 125 e 150 e le altre “piccole” italiane). Ci fu poi la richiesta della moto del popolo, che sembra fu soddisfatta sempre dalla Guzzi con la mitica Ardetta (Febbraio del ’39). Una motocicletta di 250 cc, con il telaio (per lo più stampato, mentre sulla serie P era tubolar-stampato) della serie P. Costruita con l’idea della “moto per tutti”. Era economica, spoglia e robusta, l’ideale per un paese affetto da una profonda crisi (ricordiamo però che l’impianto elettrico era veramente degno di nota).
Ci furono anche l’Egretta (versione un po’ più sportiva e lussuosa) e la celebre PL “Faccetta nera”, chiamata così perchè verniciata di nero (con spicchi rossi e filetti simil oro). Voluta da Mussolini in persona per richiamare alla celebre canzone “Faccetta nera”, in cui viene elogiata la campagna italiana in Abissinia. Ovviamente è stata voluta dal duce anche per evidenziare il “grande” potere di conquista e di possedimento degli italiani.
Mussolini e la Moto Guzzi
Sta di fatto che l’appellativo richiama chiaramente il periodo fascista (si narra che la casa di Mandello abbia subito diversi processi per favoreggiamento al fascismo nel dopoguerra). Tutta la serie P della Guzzi fu creata per via delle agevolazioni del Capo del Governo.
Durante la guerra, sembra abbia scelto e richiesto personalmente le moto per le sue truppe (per lo più Guzzi, Bianchi, Gilera e qualche rara Frera del ’15-’18 che sopravviveva). Ma non solo: Mussolini creò addirittura una rete di scambio e mediazione di moto in Africa.