Si preavvisa un nuovo decreto per il dopo Befana, nonostante le restrizioni di Natale/Capodanno/Epifania e le zone rosse e arancioni a cavallo delle festività un corso. L’esecutivo del “taglio delle libertà” potrebbe addirittura inasprire le misure dopo le feste. Questo perché il governo ha notato di non aver raggiunto l’obiettivo previsto in termini di calo dei contagi. E così, dopo l’Italia in fascia gialla con un allentamento parziale delle restrizioni prima di Natale, si preannuncia un ritorno ai colori nelle varie regioni – gialle, arancioni, rosse – dopo l’epifania, in base all’indice di contagiosità nelle varie aree. E così la nuova stretta potrebbe materializzarsi dopo il 7 Gennaio con la scadenza del “Decreto Natale”. Tale periodo di ulteriori restrizioni si potrebbe protrarre fino all’inizio di Febbraio.
Al momento, come spesso accade nel periodo antecedente alla fine del decreto, sembra regnare la confusione nell’esecutivo, trovatosi per l’ennesima volta spiazzato dall’evoluzione degli eventi.
Decreto befana: prima ipotesi
Consisterebbe nella riformulazione dei criteri legati all’indice Rt per stabilire il passaggio a zona arancione o zona rossa. Per tale riformulazione, verranno adottati paletti più rigidi all’interno delle varie classificazioni rispetto a quelli previsti attualmente dal documento.
La seconda ipotesi
La seconda ipotesi al vaglio di Conte e dei suoi ministri consisterebbe di instituire la zona rossa Nazionale – in tutta Italia quindi – nei fine settimana, quindi giorni festivi e prefestivi con conseguente chiusura di bar, ristoranti, negozi di generi non essenziali e centri commerciali oltre che limiti agli spostamenti.
Limitazioni ai movimenti interregionali o intercomunali potrebbero arrivare anche negli altri giorni delle settimana, ma in che termini non è ancora chiaro.
Anche le scuole sono soggette a novità con il possibile slittamento della didattica in presenza almeno fino al 18 Gennaio. Insomma, in vista nuove misure di restrizione che porteranno ulteriore danno alle varie attività penalizzate dalla pandemia. Quello che molti avevano pronosticato il 2021 come “l’anno della ripresa”, potrebbe non iniziare nel migliore dei modi soprattutto per quelle attività sofferenti dalle restrizioni della prima e della seconda ondata.