Papa Francesco in Iraq a sostegno di tutti i cristiani perseguitati in questi anni di guerra dalla furia iconoclasta del terrorismo islamico. Dalla furia dell’Isis e di tutti mercenari che, al soldo dei poteri forti, hanno attaccato e distrutto una parte di storia del Medio Oriente.
Nessuno parla di chi ha permesso a Papa Francesco di andare in Iraq
Sono verità scomode che non devono essere pronunciate, che probabilmente non devono avere il giusto valore e il giusto merito.
Il comandante delle Brigate Popolari Irachene Abu Mahdi al-Muhandis è uno degli artefici della presenza di questi giorni del Santo Padre in Iraq. Abu Mahdi fu ucciso l’anno scorso insieme ad un altro artefice della lotta all’Isis. Un iraniano il cui nome è ancora più scomodo, il Generale Soleimani. La mano che li ha uccisi è nota, ma è un’altra verità impronunciabile: il loro martirio ha avuto la sua giusta onorificenza.
L’impegno e il sacrificio di queste due importanti figure e dei gruppi legati all’Asse della Resistenza hanno garantito un minimo di sicurezza nel paese. Non sarebbe stato possibile altrimenti per il Papa andare in Iraq in questi giorni.
Sarebbe stata un’ottima occasione per ricordarlo, ma pare che ci siano elementi che come al solito stanno strumentalizzando gli eventi per il loro tornaconto personale.