(Adnkronos) – L'arrivo di temperature più rigide non è un problema per i bambini più piccoli che, con le giuste precauzioni, "devono poter fare le loro passeggiate: non è certo una controindicazione farli uscire quando è più freddo fuori. Mi spaventa di più che i piccoli siano tenuti lungamente in un ambiente chiuso, magari con una temperatura che va abbondantemente sopra i 20 gradi, che è una cosa non fisiologica nel periodo invernale". Lo spiega all'Adnkronos Salute Rino Agostiniani, vicepresidente della Società italiana di pediatria (Sip), in merito alle previsioni di un deciso abbassamento delle temperature. Quindi i piccoli, "coperti bene rispetto al clima, devono poter assolutamente andare fuori all'aria aperta. In questo periodo non ci si ammala perché si è preso un po' freddo, ma perché, nelle forme respiratorie, qualche altro essere umano ci trasmette l'agente infettivo. Vediamo che spesso i genitori hanno questi timori. 'Coprilo altrimenti si ammala', 'tienilo dentro casa per non farlo raffreddare'. Sono frasi che sentiamo spesso rispetto al bambino. Ma non è così che ci si ammala. Il problema è il contagio. Quindi tenerlo a lungo in posti chiusi è più rischioso".  Agostiniani ricorda che, in ogni caso, "noi siamo un Paese mediterraneo, non abbiamo temperature estreme e anche le modalità con le quali devono essere coperti i bambini deve essere adeguata". L'esperienza del pediatra, però, evidenzia che i genitori italiani – "ma soprattutto le nonne" – tendono a coprire molto. "A volte, scherzando, dico ai genitori: 'ma voi andreste a giro in città vestiti da sci?' Lo dico quando vedo dei bambini completamente rinchiusi in quelle tute in cui si vedono solo gli occhi ed è assolutamente un eccesso. In questo modo – conclude – si crea una situazione sfavorevole. Il bambino suda e allora invece di proteggerlo dal freddo lo metto nella condizione di disagio dovuto al troppo caldo".  —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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