Il termine “Germani” risale all’epoca romana e fu utilizzato per identificare alcune popolazioni “barbare” che abitavano oltre il Reno. Lo storico Tacito, nei suoi scritti, affermava che inizialmente erano chiamati “Germani” solo alcune tribù, come i Condrusi e gli Eburoni, ma successivamente il termine fu esteso da Giulio Cesare a tutti i popoli stanziati a est della Gallia.

L’origine del termine è incerta:

  • Secondo una teoria, deriverebbe dai Celti, con il significato di “abitatori delle foreste” o “schiamazzatori”.
  • Un’altra ipotesi lo collega a un termine germanico con il significato di mercenari desiderosi di guadagno.

Questa denominazione non ebbe una grande diffusione nel Medioevo e rimase confinata a contesti colti e accademici.

Perché “tedeschi” e non “germani”?

Il termine “tedesco” deriva dal latino medievale theodiscus, che significava “lingua del popolo”.

  • Theodiscus è un prestito linguistico derivante dall’antico tedesco thiodisk, legato ai termini germanici diot o gotici thiuda, entrambi significanti “popolo”.
  • Da qui sono nati anche i termini moderni deutsch e Deutschland, originariamente indicanti “la terra del popolo”.

Nel corso del Medioevo, mentre il termine “Germani” veniva usato solo in ambiti ristretti, la parola tedesco si affermò nel linguaggio comune per indicare sia la popolazione sia la lingua della Germania.

Curiosità linguistiche

  • Germania e Italia: L’uso del termine “tedesco” è una peculiarità dell’area latina. In altre lingue, come l’inglese (German), il riferimento ai “Germani” è rimasto predominante.
  • In Germania: La parola “Deutsch” si riferisce al concetto originario di “popolo”, perdendo l’accezione di “lingua volgare” che aveva in epoca medievale.

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