Una goliardata che, nell’era del femminismo, è durato poco e ha scatenato polemiche.
Il fatto in piazza Santa Giulia, alla birreria Rough. Il titolare non aveva alcuna malafede ma, probabilmente complice il fatto che la zona sia frequentata sopratutto da persone di sinistra, è stato attaccato dalle cosidette “femministe”.
Il proprietario ha chiarito subito che “è tutto un equivoco, una polemica sollevata da chi non ha analizzato il contesto di quel cartello. Di cui comunque mi scuso perché poteva essere male interpretato”. Lo ha detto a La Repubblica Simone Papa, titolare del pub. “Era stato esposto lunedì sera in occasione di una festa Erasmus, ne organizzo da anni, sono serate simpatiche. Mi spiace se qualcuno si è sentito offeso da quel cartello. Non ne sapevo niente fino a quando non mi è stato segnalato e all’inizio non pensavo nemmeno che fosse successo nel mio locale. Ma purtroppo è proprio il mio e mi dispiace ne sia nata una polemica. Di sicuro quel cartello non aveva un intento offensivo e non era fatto per mancare di rispetto alle donne. È stato un gioco che è finito insieme alla serata”. Infatti il cartello è stato tolto subito dopo le prime polemiche.
Il cartello definito sessista e le minacce delle femministe
Alle femministe non è bastato, lanciando una petizione per far chiudere il locale. “Mi sembra un po’ esagerato. Se abbiamo sbagliato chiediamo scusa. Comprendo che non sia il momento storico per battute simili e che ci siano sensibilità diverse. Del resto anche l’8 marzo, quando offro una consumazione alle donne vengo insultato perché mi dicono che sono sessista”.
“È un locale per studenti con i disegni di Milo Manara alle pareti, abbiamo anche un cocktail che si chiama “Mela dai” perché è a base di mela. Ma gli cambierò nome per evitare guai anche su quello”. Conclude sconsolato il titolare, accerchiato dalle virtualmente femministe e dagli antagonisti per aver osato giocare sulla sensualità.