A mesi di distanza dalla guarigione, il consigliere regionale della Lega Daniele Poggio parla della sua personale esperienza con il Covid, che lo ha colpito lo scorso marzo.

“Sono risultato positivo al virus – spiega Poggio – quando ancora si sapeva poco o nulla a riguardo. Leggera febbriciattola e senso di spossatezza mi hanno portato ad effettuare una prima visita di controllo all’ospedale di Novi Ligure.

Qualche giorno dopo, a casa, utilizzando un saturimetro, strumento che misura la quantità di ossigeno nel sangue, mi sono accorto che la situazione stava peggiorando e nel giro di pochissimo tempo mi sono ritrovato in coma nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Alessandria. Dei 45 giorni trascorsi lì non ricordo ovviamente nulla. I successivi 15 giorni li ho passati nel reparto di pneumologia, continuando le terapie e assumendo l’eparina contro i coaguli che non permettevano il passaggio dell’ossigeno dai polmoni al sangue”.

“Una volta migliorata la mia capacità di respirare – prosegue il consigliere della Lega -, sono stato dimesso e ho iniziato pian piano a tornare alla normalità. Di certo, è stato un percorso lungo, difficile e doloroso, non solo per me, ma anche per la mia famiglia. Questa malattia, oltre ai danni fisici, causa depressione e stati d’ansia, dai quali sono lentamente uscito anche e soprattutto grazie alla forza che sono riuscite a trasmettermi le persone a me vicine, che non finirò mai di ringraziare. Come non ringrazierò mai abbastanza i primari, i medici e il personale ospedaliero dei reparti di rianimazione e di pneumologia dell’Ospedale Civile di Alessandria. Il nostro ospedale è una struttura efficiente ed il reparto di rianimazione è veramente un’eccellenza sanitaria sotto ogni punto di vista. Tutti noi ci dobbiamo rendere conto della fortuna che abbiamo a poter contare su di loro”.

“Io ho perso in tutto 25 chili e l’ultima Tac, 10 giorni fa, ha evidenziato cicatrici sui polmoni, ma posso dire di esserne uscito. Quello che mi sento in dovere di suggerire a tutti – sottolinea Poggio – è di non sottovalutare questa malattia. Purtroppo, c’è ancora tanta, troppa gente che agisce con leggerezza, senza pensare alle conseguenze a cui potrebbe andare incontro. Il mio appello è di osservare tutte le disposizioni, stare molto attenti in qualunque situazione, indossare sempre la mascherina e rispettare le distanze di sicurezza”.

“Da medico, poi – conclude Poggio -, credo che la chiusura totale per almeno un mese sia l’unica strada per uscire dall’emergenza e cercare di ridare respiro agli ospedali. Personalmente, avrei istituito le zone rosse molto prima. Certo, chiudere comporta danni economici, che lo Stato deve necessariamente coprire con interventi a favore di attività e piccoli commercianti, ma se vogliamo bloccare il diffondersi dell’infezione non esiste altra via se non quella di restare a casa il più possibile e ridurre al minimo i contatti”.

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