(Adnkronos) – "L’Unione nazionale dei giovani commercialisti ha sicuramente lo sguardo rivolto al futuro e all’evoluzione del nostro ruolo di consulenti che ci vedrà sempre più strategici per le imprese, negli ambiti della sostenibilità, dell’implementazione degli adeguati assetti organizzativi, amministrativi e contabili e della prevenzione e monitoraggio della crisi d’impresa e del rischio fiscale, solo per fare alcuni esempi. Per affrontare queste sfide, però, è necessario che la professione abbia un seguito, serve quindi un ricambio generazionale della stessa, abbiamo bisogno di giovani professionisti che guidino il futuro". Così Francesco Cataldi, presidente dell'Ungdcec, nella sua relazione al XVII Forum dei giovani commercialisti 'Il commercialista in equilibrio tra ruolo e responsabilità' in corso a Roma.  "Non possiamo, quindi -ha proseguito- ignorare il rapporto 2023 sull'albo dei dottori commercialisti e degli esperti contabili, pubblicato dalla Fondazione nazionale dei Commercialisti, che evidenzia, nel corso del 2022, un aumento delle nuove iscrizioni di sole 12 unità, pari a una crescita percentuale dello 0,01% sul 2021; il dato più preoccupante, tuttavia, è che il registro dei praticanti segna addirittura una flessione delle iscrizioni", ha spiegato.  "Pertanto, diventa prioritario, oggi, rendere più attrattiva la nostra professione intervenendo tempestivamente sui problemi che l’attanagliano", ha continuato Cataldi.  E Cataldi ha centrato la sua relazione, tra l'altro sui temi del fisco e della semplificazione. "Sulla necessità di un calendario fiscale sostenibile e sull’opportunità di eliminare adempimenti inutili e duplicati -ha detto- credo che siamo tutti d’accordo. Ricordo anche che nell’ultima partecipazione del Direttore Ruffini a un nostro forum, anche lui conveniva sulla necessità di una semplificazione normativa, perché il ginepraio di norme rende complicato anche il lavoro dell’Agenzia stessa. Anche la politica ha recepito il problema ma i diversi provvedimenti che si sono susseguiti nel tempo, che pur avevano nella rubrica la parola semplificazione, hanno tradito l’intento perché, di fatto, introducevano nuovi e ulteriori adempimenti".  £Perché in Italia, anche se tutti siamo d’accordo sulla necessità di una vera semplificazione, non si riesce a realizzarla? Io spero e sono fiducioso che ciò avvenga, almeno in parte, con l’attuazione della legge delega e, quindi, con i vari decreti attuativi e l’Unione si renderà parte attiva affinché questo si realizzi davvero", ha aggiunto ancora.  "Ma se, per l’ennesima volta -ha sottolineato Cataldi- non dovesse succedere, noi commercialisti dobbiamo lanciare un messaggio chiaro: qualsiasi ulteriore adempimento venga chiesto al contribuente quest’ultimo deve essere consapevole che il costo di gestione non sarà più a carico dei commercialisti, e soprattutto dei più giovani, che a volte fanno fatica a ribaltarlo sul cliente. Noi da anni -ha proseguito- chiediamo la semplificazione e l’eliminazione di adempimenti inutili e spesso ridondanti, se questo non dovesse ancora avvenire, non per colpa nostra, sarà necessario quantomeno che questa attività, che ricordiamo essere troppo spesso a basso valore aggiunto per noi professionisti, gravi sui nostri clienti che, ricordiamocelo, sono i veri obbligati all'assolvimento". "Non è più possibile per i commercialisti accollarsi il costo di questi adempimenti e i clienti, con le loro associazioni di categoria, devono unirsi a noi nella richiesta di una vera semplificazione alla politica", ha concluso. —lavoro/professionistiwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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