(Adnkronos) – Commercialista uomo, con età compresa tra 43 e 65 anni. Se si dovesse stilare un identikit dei revisori dei conti degli enti locali, questo sarebbe il profilo che emergerebbe. A questi professionisti vengono affidati compiti di grande complessità e responsabilità. Un revisore è infatti una sorta di “controllore intermedio”, in parte interno e in parte esterno, esperto di contabilità pubblica e di procedure pubbliche che, per sé stesso ed il suo ruolo così come per la Magistratura contabile, il Ministero dell'Interno ed il Ministero dell'Economia e delle Finanze, rappresenta un trait d'union di verifica, vigilanza e di informazione qualificata, a presidio della buona gestione finanziaria e contabile dell'Ente Locale.
Un ruolo fondamentale dunque che però, stando alle elaborazioni effettuate da Centro Studi Enti Locali, sulla base dei dati forniti dal Ministero dell’Interno, negli ultimi anni sembra aver perso attrattività, soprattutto tra i professionisti più giovani. L’esercito dei revisori dei conti degli enti locali delle regioni a statuto ordinario ad oggi è composto da 14.138 professionisti, che nel 71% dei casi sono di sesso maschile e in nove casi su dieci hanno più di 42 anni.
Nel 2016, agli iscritti erano 17.117, quasi 3mila in più. Questo calo del 17% è il frutto di una erosione lenta e inesorabile: nel 2017 gli iscritti erano stati 16.988, nel 2018 15.898, poi 15.392 (2019), 14.930 (2020), 14.431 (2021) e 14.046(2022). Il 2023 è stato il primo anno, di questa lunga serie, in leggera controtendenza ma il rimbalzo (+92), è davvero troppo modesto per compensare gli iscritti persi nel corso degli anni precedenti. Una perdita di attrattività che molto probabilmente è legata a doppio filo con compensi giudicati modesti, soprattutto nei comuni più piccoli, e – per chi non è già esperto di contabilità pubblica – un investimento per formarsi che non necessariamente sarà ripagato, in caso di mancata estrazione- a fronte di mansioni ad alto tasso di complessità, specializzazione e responsabilità. Ma chi sono i soggetti abilitati a “vigilare” sulla regolarità dei conti dei comuni e delle province italiane? I professionisti attualmente iscritti all’elenco che fa capo al Viminale sono in larga maggioranza uomini (9.997 su 14.138). Il 79% degli iscritti hanno un’età compresa tra 43 e 65 anni. Hanno meno di 42 anni soltanto 1.426 iscritti. Gli under 42 anni costituivano il 16% del totale nel 2019 ma hanno registrato una diminuzione costante, scendendo al 10% nel 2023. Viceversa, gli iscritti con un'età compresa tra 66 e 80 anni rappresentavano il 7% del totale nel 2019, ma questa percentuale è aumentata negli anni fino ad arrivare all’11% nel 2023. Anche gli iscritti con più di 80 anni, pur rappresentando una quota residuale (0,5%), si sono più che quintuplicati nell’arco nell’ultimo quinquennio passando dai 12 del 2018 agli attuali 70. Ma come vengono nominati i revisori dei conti degli enti locali italiani? Fino al 2012 questi soggetti venivano nominati direttamente dai consigli comunali. Al fine di renderli più indipendenti possibili è stata però varata una riforma che ha portato, nelle regioni a statuto ordinario, alla nomina tramite estrazione da un elenco che viene rinnovato ogni anno. La scadenza per iscriversi a quello che entrerà in vigore il 1° gennaio 2024 è stata fissata dal Viminale al prossimo 18 dicembre. Le regole di ingaggio, sia per le prime iscrizioni nell’elenco dei revisori dei conti degli enti locali che per le conferme, vengono dettate dal Ministero dell’Interno con proprio decreto. Il soggetto richiedente viene inserito nell’elenco a livello regionale, in relazione alla propria residenza anagrafica, una volta accertato il possesso dei requisiti previsti, in base alla seguente tipologia e dimensione demografica degli enti locali raggruppati in: fascia 1 – Comuni fino a 4.999 abitanti; fascia 2 – Comuni con popolazione da 5.000 a 14.999 abitanti, Unioni di Comuni e Comunità montane; fascia 3 – Comuni con popolazione pari o superiore a 15.000 abitanti e Province. È possibile chiedere l’inserimento in una o più fasce, purché in possesso dei requisiti previsti per ognuna di esse. Come intuibile, la fascia per la quale sono previsti i requisiti meno stringenti è la prima, non a caso, la più “affollata”. Per accedervi, occorre essere iscritti da almeno due anni al registro dei revisori legali (che fa capo al Ministero dell’Economia e delle Finanze) o all’ordine dei commercialisti. Per la seconda fascia, l’anzianità richiesta come revisore o commercialista sono cinque. Inoltre, è necessario aver svolto almeno un incarico triennale come revisore dei conti in un ente locale. Le richieste crescono di pari passo con la complessità degli enti su cui occorre vigilare. Pertanto, per entrare nella terza fascia, occorre essere iscritti nel registro dei revisori legali (o all’ordine) da almeno un decennio e aver svolto almeno tre incarichi triennali in un ente locale. Per ognuna delle tre fasce, e per poter rimanere nell’elenco dopo la prima iscrizione, è inoltre necessario acquisire ogni anno, tra il 1° gennaio e il 30 novembre, almeno 10 crediti formativi nell’ambito di corsi o seminari sulla contabilità pubblica e gestione economico-finanziaria degli Enti territoriali con programmi di approfondimento e relativi test di verifica preventivamente condivisi con il Ministero dell’Interno. —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)