Per 14 lunghi anni, una bambina ha subito continue violenze e umiliazioni da parte della madre, fino a quando un’insegnante coraggiosa ha cambiato il suo destino. Il tribunale di Torino ha ora condannato la donna a due anni di reclusione, confermando la sentenza anche in appello.

Punizioni disumane e silenzio imposto dalla paura

La giovane, oggi 24enne, ha raccontato in aula le torture psicologiche e fisiche che ha vissuto fin dall’infanzia. Ogni brutto voto scolastico si trasformava in una punizione medievale, come inginocchiarsi su gusci di noci o su un pavimento cosparso di riso. “Dovevo sempre eccellere a scuola. Se fallivo, sapevo cosa mi aspettava”, ha dichiarato tra le lacrime. I segni delle punizioni rimanevano sul suo corpo per giorni, ma il terrore di peggiorare la situazione la costringeva a nascondere tutto.

L’incubo finisce con un foglio da firmare

L’incubo è terminato nel gennaio 2021, quando la madre l’ha cacciata di casa costringendola a firmare un documento in cui si impegnava a non chiedere aiuto economico né a parlar male di lei con amici e parenti. “Con me hai chiuso – le disse la madre – hai un minuto per chiamare qualcuno che ti aiuti”.

Il salvataggio grazie a un’insegnante

Quella telefonata è stata la svolta. La giovane ha chiamato una sua ex insegnante, che non solo l’ha ospitata ma l’ha anche convinta a denunciare. “Era un inferno quotidiano”, ha raccontato la ragazza agli investigatori. Le botte, gli insulti, le proibizioni di uscire e di avere amici erano la normalità. La madre arrivò persino a sbatterle la testa sul tablet, dopo aver letto il suo diario segreto.

La sentenza: due anni di reclusione

Dopo anni di sofferenza, la giustizia ha fatto il suo corso. La madre, 43 anni, è stata condannata a due anni di carcere. La figlia, pur consapevole della gravità delle violenze subite, ha dichiarato: “Non voglio che vada in prigione, voglio solo vivere in pace“.

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