A Rivalta il controllo del coprifuoco dopo le 22 viene effetturato anche con le telecamere. La polemica monta sul web e i dubbi sulla legalità della constatazione sono molti.

Sergio Marconi, dell’Associazione RivaltAmbiente, segnala che la polizia locale ha deciso di controllare il traffico notturno per beccare i furbetti del coprifuoco. Due ore dopo le 22, verranno monitorate le telecamere per cercare di vedere chi è in giro nonostante le restrizioni.

Questa iniziativa dei vigili e del Comune vuole quindi scoraggiare gli spostamenti su Rivalta. I controlli verranno fatti a campione, dalla mezzanotte alle 6. Verrà monitorato soprattutto chi varca le strade di “confine” con i Comuni vicini. Successivamente verrà contattato il proprietario dell’auto per dare la possibilità di giustificare la presenza in strada dopo le 22. Partiranno quindi gli accertamenti e, in caso di dichiarazioni non reali, partiranno le sanzioni.

Rivalta, colpire chi non rispetta il coprifuoco con le telecamere. La polemica

Il vice sindaco Sergio Muro e il comandante dei vigili si dicono contenti dell’iniziativa di prevenzione, mentre parte dell’opposizione è sul piede di guerra perchè “si violano libertà personali. La videosorveglianza va utilizzata in caso di indagini specifiche, non può passare il concetto di un utilizzo massivo”.

E’ proprio dal punto di vista della legge che ci sono pareri discordanti. Il comandante dei vigili dichiara a La Stampa che c’è “un parere legale positivo”. Che quindi “conforta la bontà della nostra iniziativa”. Ma sono molti gli scettici, anche dal punto di vista legale.

L’opinione del legale

Abbiamo richiesto un primo parere sul punto ai legali di ARNONE STUDIO LEGALE. Ottenendo un primo responso che sembrerebbe mettere in discussione la legittimità di un tale sistema di controllo.

“Attualmente e nella maggior parte dei casi i sistemi di lettura automatica delle targhe – precisa l’Avv. Gino Arnone – si possono utilizzare solo come ausilio alle pattuglie della Polizia Stradale. Che devono a loro volta fermare il veicolo sospetto e verificarne i documenti. In questo caso specifico la presenza di valide giustificazioni da fornire mediante l’autocertificazione”.

“Insomma – prosegue l’Avv. Arnone – nutro molti dubbi sulla regolarità di tale procedura. Che travalica il principio della contestazione immediata e peraltro andrebbe ad utilizzare apparecchiature che non sembrerebbero essere omologate per l’utilizzo che se ne vorrebbe fare”.

Il precedente

Sul punto peraltro il Viminale (ad esempio per il fenomeno di utilizzo delle telecamere per controllare revisione e copertura assicurativa) ha più volte indicato che spetta agli agenti certificare la violazione. E ha peraltro confermato di recente (con la circolare n. 300/A/1223/19/105/2 dell’8 febbraio 2019) che ‘l’utilizzo del dispositivo targa system […] serve solo per segnalare (non quindi a sanzionare, ndr) la presenza di un veicolo che potrebbe non essere in regola con la revisione o con l’assicurazione”.

“Utilizzando lo stesso principio in senso analogico, e quindi adattandolo al caso di specie, sembra chiaro – precisa il legale – che il dispositivo costituisca quindi un semplice supporto per l’operatore. Che avrà accertato direttamente il transito del veicolo e che sarà altresì colui che dovrà verificare le violazioni. In questo caso la presenza di legittime cause di esclusione della responsabilità per la circolazione in orario non consentito.

“Il fatto che la procedura adottata dal Comune di Rivalta non comporti automaticamente la sanzione – conclude l’Avv. Arnone – mi porta a ritenere che gli stessi dubbi siano sorti all’amministrazione”.

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