Una insegnante della scuola Media Statale/Istituto Comprensivo Nievo Matteotti/Pellico ha scritto su Instagram un post che fa discutere. “Idee su libri, video, approfondimenti per parlare di femminismo / parità ai ragazz* delle medie?”. Il fondo del post ha i colori arcobaleno tipici del mondo lgbt.

Le polemiche dopo il post

Un’insegnante che chiede su Instagram consigli di letture e video per voler inculcare ai ragazzi, ancora minori, una cultura lgbt? Il cui compito non spetta ai professori ma ai genitori? L’utilizzo dell’asterisco sembrerebbe una violenza contro la lingua italiana. La parola “ragazzi” include i generi femminile e maschile, dunque perché eliminare la “I”?

L’accusa è che ormai sembra esserci tendenza a voler politicizzare l’insegnamento di quella che una volta si chiamava “Educazione civica”. Una materia i cui oggetti di studio erano la Costituzione, le forme di Governo e non una visione soggettiva, orientata verso un determinato orientamento politico. O, peggio, strumentalizzata per dare ai bambini l’idea che la tradizione sia forma di discriminazione nei confronti delle minoranze.

Ancora peggio se viene insegnato ai bambini che dichiararsi a favore del modello della famiglia tradizionale possa voler dire di essere omofobi, razzisti, fascisti, etc. Ai bambini a scuola si insegnano la matematica, l’italiano, la storia. “Ma perchè fargli scambiare il ruolo di genere, con i bambini si vestono da bimbe e le bambine da bambini?” Anche il centrodestra si è opposto a questo tipo di insegnamento, che non porta al rispetto nei confronti delle persone omosessuali o transessuali. Ma anzi potrebbe confondere le idee ai bambini.

Il rispetto nei confronti delle persone omosessuali e transessuali, sacrosanto e giusto, spetta alla scuola. Ma soprattutto ai genitori, che devono farlo nella maniera più opportuna. I bambini sono sensibili e con una mente malleabile, ed è proprio per questo che insegnare il rispetto verso il mondo lgbt in modo forzoso non è il modo corretto per i più giovani.

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