(Adnkronos) – "L’insonnia è una malattia. Promuovere consapevolezza su questa banale verità e inserirla nell’elenco delle malattie e condizioni croniche invalidanti permetterà di ridurre drasticamente quella quasi metà dei pazienti che ne soffrono e che non intraprendono alcun percorso di diagnosi e trattamento. Non è solo un dovere culturale e sanitario, ma anche un atto di lungimiranza economica, stante gli elevati costi economici dell’insonnia non trattata". Lo ha detto Luigi De Gennaro, professore ordinario del dipartimento di Psicologia dell'università Sapienza di Roma e segretario dell’Associazione italiana di Medicina del sonno (Aims), a margine dell’incontro istituzionale sui disturbi del sonno e l’insonnia cronica che si è svolto oggi a Bari, con il patrocinio dell’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri (Omceo). L’evento – spiega una nota – si inserisce all’interno di un progetto che vede le principali società scientifiche e i rappresentanti del mondo associativo e della ricerca danno il via a una serie di tavoli di lavoro in un’alleanza stretta con le istituzioni in Regione Lazio, Regione Puglia e Regione Lombardia. Gli appuntamenti sono curati da ‘Fb& Associati’ e realizzati con il contributo non condizionato di Idorsia. Dopo gli eventi del 29 novembre a Roma e di oggi, il terzo è in programma il 14 dicembre a Milano. Al centro del confronto è il riconoscimento della qualità e durata di sonno come essenziale per il benessere dell’individuo, bisogno ancora insoddisfatto. Il tema necessita di essere portato all’attenzione delle persone, della classe medica e dei rappresentanti istituzionali a livello nazionale e regionale, perché chi dorme bene riesce ad esprimersi pienamente e con soddisfazione nelle normali attività della vita quotidiana, con tutto quel che ciò significa in termini di salute, di contributo alla produttività del sistema-Paese e di ricadute in costi sociali. “Il dialogo tra scienza e politica per il benessere delle persone e della comunità – dichiara il senatore Ignazio Zullo della Commissione Affari Sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza – ci spinge ad alzare sempre più l'asticella della ricerca di soluzioni normative, regolatorie e organizzative, a fronte delle nuove consapevolezze scientifiche. Un percorso di valore che oggi deve portare la società a riconoscere l'insonnia per quel che emerge dall'evidenza scientifica: un disturbo e non una caratteristica o uno stato emotivo. E agire di conseguenza su tutti i piani di intervento pubblico.” Come sottolinea il direttore generale Policlinico Riuniti di Foggia Manfredonia – Federsanità, Giuseppe Pasqualone, “l'insonnia cronica rappresenta un'importante sfida non solo sanitaria, ma anche politica. La conferenza ha proprio l’obiettivo di porre all’attenzione delle istituzioni questo disturbo e fare in modo che ogni richiesta di assistenza da parte di chi soffre di insonnia cronica venga accolta e gestita nella maniera più ottimale dal personale medico-sanitario.”  All’evento è intervenuto anche il senatore Luigi D’Ambrosio Lettieri, presidente dell’Ordine interprovinciale dei Farmacisti di Bari e Bat, vicepresidente nazionale della Federazione degli Ordini dei farmacisti. "Per il trattamento di questa patologia – afferma D’Ambrosio Lettieri – il farmacista ha un ruolo fondamentale. Insieme al medico di medicina generale, risulta, difatti, uno dei primi 'hub' di accesso per il paziente con disturbi del sonno”. Sul problema dell’automedicazione, il senatore ricorda che “tra i farmaci più utilizzati dal paziente con insonnia cronica rientrano, quelli su prescrizione (46%), ma a seguire figurano anche la melatonina, i rimedi omeopatici/naturali ed i farmaci da banco. Pertanto, occorre tenere alta l’attenzione consolidando proficue sinergie interprofessionali per migliorare le iniziative di prevenzione, la diagnosi precoce, la consapevolezza del paziente e l’aderenza alle terapie”. Sugli aspetti psichici connessi alla scarsa qualità del sonno, Paola Clemente, Società italiana di psichiatria osserva che “di frequente l’insonnia cronica determina un elevato impatto sulla qualità di vita del paziente, che vive in uno stato di perenne frustrazione dovuta non solo alla mancanza di sonno adeguato, ma anche ad una sottovalutazione o al mancato riconoscimento da parte della propria cerchia sociale/lavorativa, causando ulteriori disagi sul piano relazionale e, in alcuni casi, un ritardo diagnostico dovuto ad una resistenza da parte del paziente a chiedere supporto al proprio medico”. La scarsa prevalenza della diagnosi di insonnia nella popolazione generale afferente alla medicina di famiglia resta un problema rilevante. "Questa lacuna – aggiunge Chiara Villani, Società italiana di medicina generale e delle cure primarie (Simg) – crea un'opportunità cruciale per implementare iniziative formative mirate, finalizzate a potenziare la comprensione dei disturbi del sonno e a informare sulle varie opzioni terapeutiche disponibili”. Evidenzia l’insufficiente offerta di centri del sonno nel Mezzogiorno, soprattutto rispetto al Nord Italia Maria Antonietta Savarese, centro di Medicina del Sonno, Uo Neurologia Universitaria, Policlinico di Bari. “L’auspicio è che questo appuntamento – conclude – sia un primo segnale concreto e uno stimolo per l'attivazione nel Mezzogiorno di altri centri del sonno, adeguando i modelli e le esperienze già maturati alle peculiarità di ogni autonomia organizzativa, così da tenere fede al dettato costituzionale di pari diritti per tutti i cittadini". —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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