Hamza Zirar, il marocchino che lo scorso 1 giugno ha rincorso col macete un suo connazionale, torna libero. E lo fa ringraziando la Corte: “grazie signor giudice, grazie”. Queste le sue parole nel momento in cui la richiesta del suo avvocato di revocare la misura cautelare in carcere è stata accolta. Ora dovrà recarsi in commissariato per l’obbligo di firma.
Così è stato deciso al termine dell’udienza.
La storia della rissa col macete
Mercoledì 1 giugno, in corso Giulio Cesare vi è stato un parapiglia, questa è l’unica cosa certa. E Hamza, 28 anni, di origine marocchina, è stato filmato da alcuni passanti mentre, a petto nudo e con diversi tagli sul petto, correva in mezzo alla strada brandendo un macete mentre inseguiva un suo connazionale. La polizia lo ha arrestato con l’accusa di lesioni aggravate. L’uomo ferito, che correva indossando una maglietta della Juventus, non è rintracciabile.
Hamza, difeso dall’avvocata Francesca D’Urzo, la scorsa udienza ha fornito la sua versione. “Un gruppo di cinque spacciatori mi ha seguito e aggredito con un spray urticante, una stampella utilizzata come spranga, delle catene delle bici e dei coltelli. Il machete non era mio, l’ho raccolto da terra per difendermi. Chiedo scusa per quello che è successo. Mi dispiace”.
Un suo amico, che quel giorno era con lui, in aula ha ribadito: “erano alla fermata del tram in corso Emilia. Quelli sono sempre lì a spacciare e non vogliono nessuno intorno, a parte i clienti. Si sono avvicinati ad Hamza e poi l’hanno inseguito, strattonato. Lui è riuscito a liberarsi e ha cercato di difendersi”. I due sono saliti sul tram 4 per per andare in ospedale, quando è arrivata la polizia.
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