I tre giorni di campeggio No Tav in Val di Susa, iniziati venerdì 17, si sono conclusi con l’ennesimo assalto da parte dell’ala più dura del movimento al cantieri della Torino-Lione, a Chiomonte.

Nella notte il blitz sul ponte del torrente Clarea con lancio di petardi, ma soprattutto con l’incendio alle cancellate nelle vicinanze del punto in cui sono in corsi i lavori per l’allargamento del cantiere. Il gruppo di No Tav che ha partecipato all’azione è partito dal presidio denominato ‘Mulini Occupati’.

La Digos di Torino ha riconosciuto tra gli assalitori cinque militanti del centro sociale di Torino Askatasuna, che avrebbero, secondo gli investigatori, coordinato l’attacco. I cinque verranno denunciati per incendio doloso, violazione di un provvedimento dell’autorità e sanzionati per la violazione delle regionali sui fuochi appiccati in aree boschive.

Intanto sulle chat di movimento l’azione (si tratta del terzo attacco in pochi giorni) viene rivendicato: “Continuano in grande stile i festeggiamenti per il primo mese del Presidio permanente dei Mulini. Battitura e falò sui cancelli dell’allargamento! No Tav fino alla vittoria”.

“È l’ora di porre fine alla strategia della violenza dei centri sociali e condannare anche le loro coperture politiche sempre pronte a minimizzare” “Ogni raduno No Tav è una garanzia di violenza contro le forze dell’ordine e assalti con pietre e bombe carta contro il cantiere dell’alta velocità. Una chiara strategia di violenze che si ripete costantemente e trova, anche nella politica, numerosi solidali sempre pronti a minimizzare la furia criminale che si abbatta contro gli uomini e le donne in divisa che prestano servizio in valle. È ora di dire basta a questi gesti sconsiderati dei centri sociali e di condannare fermamente anche le posizioni pilatesche e minimizzanti di certa politica no tav di palazzo. Dobbiamo partire dal presupposto che chi non condanna questi assalti è un complice degli assalti stessi. La Tav si farà, si mettano tutti l’animo in pace. Le azioni di guerriglia, intanto, vanno perseguire penalmente con durezza”.

Afferma l’assessore regionale alla Sicurezza Fabrizio Ricca.

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