Quattordici anni di carcere per gli omicidi di due rapinatori e il tentato omicidio del terzo: è la pena chiesta dal pm di Asti Davide Greco per Mario Roggero, il gioielliere a processo per la sparatoria avvenuta due anni fa fuori dal suo negozio di Grinzane Cavour (Cuneo).

Nessuna concessione dalla Procura alla tesi del vizio parziale di mente, sostenuta dalla difesa: “La condotta di Roggero ha una sua logica criminale, la vendetta: non è affetto da patologie” afferma il pm. A dimostrarlo sarebbe anche l’episodio della minaccia armata al fidanzato di una delle figlie, risalente al 2005. Per il quale il 68enne di La Morra patteggiò una condanna: “Era già un giustiziere privato, un impulsivo, un irascibile: una chiara dimostrazione dell’incapacità, non psichiatrica ma caratteriale, di controllarsi”.

All’imputato la procura ha riconosciuto le attenuanti generiche, la sostanziale incensuratezza e l’attenuante della provocazione, oltre al parziale risarcimento di 300mila euro già versato. Tuttavia, rileva il pm Greco, Roggero “si è arrogato il diritto di violare il diritto alla vita per vendetta e per reinserire la pena di morte nel nostro ordinamento” e a tutt’oggi “è ancora convinto di avere fatto bene“.

Il magistrato ha replicato alla tesi che l’imputato ha presentato stamani nelle sue dichiarazioni spontanee. Era uscito dal negozio, arma in pugno, e aveva sparato perché temeva che i rapinatori avessero preso la moglie in ostaggio. “Una versione illogica, non avrebbe sparato contro l’auto, se avesse pensato che lì c’era sua moglie”.

La sequenza dei quattro colpi, continua il pm, dimostra l’intenzionalità. In particolare il terzo, col quale venne colpito Giuseppe Mazzarino, una delle due vittime: “Era di spalle e senza refurtiva”. Poi l’inseguimento dell’altra vittima, Andrea Spinelli: “Era tramortito e lui lo ha preso a calci in faccia”

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