Il 7 aprile, alle 15, nell’aula del Senato sarà discussa la mozione proposta da Fratelli d’Italia per il ritiro del cashback. La misura, voluta dal governo Conte per agevolare il pagamento digitale e tracciabile, garantisce al cittadino un rimborso a fronte dell’uso di carte elettroniche al posto dei contanti.
‘Una stupidaggine’
Una norma che nelle scorse ore la leader di Fdi, Giorgia Meloni, ha bollato come una stupidaggine da abolire. “Ci sarà un voto. Nel quale tutte le forze politiche si assumeranno la responsabilità di dire se vogliono tenere 5 miliardi sulla stupidaggine del cashback. Oppure vogliono girarli quelle risorse sui ristori. Confido che l’intero Parlamento, o quasi, voti con noi una cosa di buon senso”.
La mozione di Fdi, presentata a Palazzo Madama, in particolare, chiede al governo di “sospendere il piano cashback. E di destinare le somme stanziate a tal fine per sostenere la ripresa delle categorie commerciali più colpite dalle misure anti Covid”. Il testo ricorda che il governo ha impegnato “4,75 miliardi di euro per le annualità 2021 e 2022”.
Ritiro del cashback, ‘critiche anche da parte della BCE’
Fdi, a sostegno della richiesta di dietro-front sul cashback, sottolinea come sullo stop ai contanti si siano registrate critiche anche da parte della Bce. “Il pagamento in contanti è l’unico metodo di regolamento in denaro della banca centrale e al valore nominale. Per il quale non sussiste la possibilità giuridica di imporre tariffe per il suo utilizzo”.
Per la Banca centrale inoltre l’uso del contante “non richiede infrastrutture tecniche, cosa che riveste particolare importanza in caso, ad esempio, di interruzione della corrente elettrica che renderebbe impossibili i pagamenti elettronici indisponibili”.
‘Un provvedimento che favorisce solo chi ha i soldi’
Infine “secondo un report stilato dall’ufficio studi della Confederazione generale italiana dell’artigianato (Cgia) di Mestre il piano cashback ‘sarà un provvedimento che favorirà soprattutto coloro che possiedono una elevata capacità di spesa. Persone che, secondo le statistiche, vivono nelle grandi aree urbane del Nord, dispongono di una condizione professionale e un livello di istruzione medio-alto. Insomma, una misura a vantaggio dei ricchi, ma pagata con i soldi di tutti'”.