Il Covid ha assestato il colpo di grazia all’anagrafe di Torino.

Gli uffici comunali addetti ai servizi demografici prima della pandemia erano già in piena crisi con ritardi e code di cui la stampa locale aveva dato ampio risalto.

La situazione dopo la crisi epidemiologica è ovviamente peggiorata, al punto che viene da chiedersi se Torino sarà in grado di tornare alla “normalità”.

Abbiamo notizie dirette di disguidi e ritardi inaccettabili.

“La mia anziana madre è morta a febbraio. Ho richiesto mesi fa la possibilità di poter autenticare le firme sull’atto notorio per avviare le pratiche successorie e da allora, dopo oltre sei mesi, sono ancora in attesa del documento – Ci ha raccontato la Sig.ra Paola – “Senza l’atto notorio non posso accedere ai conti correnti di mia mamma e sono in ritardo per le pratiche burocratiche. Inizio ad essere preoccupata.”

Storia simile anche per un altro nostro lettore.

Avevo necessità di ottenere l’atto notorio perché ho in corso un contenzioso legale che riguarda la morte di mia madre – ci ha spiegato Mario – Per riuscire a prendere un appuntamento ho dovuto fare un numero spropositato di telefonate. Lunghe attese appeso alla cornetta del telefono per parlare con un operatore. Ho impiegato diversi giorni per ottenere le istruzioni per fare la prenotazione. L’anagrafe mi ha poi mandato una mail con indicazione dell’ufficio, giorno e ora a cui recarmi all’anagrafe. Il giorno dell’appuntamento mi sono presentato in orario, però ho trovato l’ufficio chiuso. Ho chiesto informazioni ad un impiegato che mi ha spiegato che per errore mi avevano dato un appuntamento presso una sede chiusa al pubblico. Ho dovuto fare una nuova prenotazione e perdere altri due mesi.”

Si registrano, inoltre, difficoltà nel reperire la nuova carta di identità, certificati dello stato civile (con ritardi di mesi e mesi), cambi di residenza etc.

L’anagrafe è allo stallo più completo.

La sindaca Appendino ha annunciato nelle scorse settimane la propria ricandidatura alle prossime elezioni comunali. Seguendo i social della sindaca pentastellata non si trova traccia di alcuna concreta proposta per migliorare l’efficienza dei servizi comunali che la sua amministrazione ha contribuito ad affossare.

Quanto sta costando ai contribuenti il “lavoro agile” dei dipendenti comunali? Torino può permettersi sette mesi di ritardi, inefficienze e chiusura al pubblico?

I torinesi si aspettano qualche intervento per migliorare l’efficienza dei servizi comunali, ma dall’Appendino arrivano solo proposte “rivoluzionarie” contro l’utilizzo dell’auto, a favore dei monopattini elettrici e delle zone a trenta chilometri orari.

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