Il primo mattone del progetto, finalizzato alla creazione di un ecosistema per la formazione, ricerca, innovazione e impresa all’interno del Politecnico Universitario, è stato posato martedì. Ecco come contribuirà alla spinta aerospaziale del paese.

Il progetto della Città Aerospaziale è iniziato lo scorso Novembre, con la posa della prima pietra per costruire i nuovi laboratori dell’Università Politecnica nella città del nord Italia di Torino. Il nuovo spazio ospiterà attività di ricerca e collaborazioni con aziende del settore aerospaziale, con i principali filoni di ricerca riguardo la propulsione ibrida-elettrica e la generazione e l’esplorazione spaziale.

L’obiettivo finale è quello di creare un vero e proprio ecosistema aerospaziale dove i settori di educazione, ricerca, innovazione e impresa lungo l’intera catena del valore possano fondersi sinergicamente. L’investimento iniziale è di 700 milioni di euro, con un impatto previsto sul PIL che supera i 750 milioni di euro. Cinquemila persone lavoreranno nel nuovo centro una volta completato.

L’evoluzione tecnologica di Torino rappresenta un fattore chiave per restare al passo con i rapidi cambiamenti dell’era moderna, in particolare nelle aree in rapida espansione come l’intelligenza artificiale, l’analisi dei dati e l’iGaming. Questi settori, sempre più determinanti per il progresso economico e scientifico, richiedono infrastrutture all’avanguardia e una continua innovazione per poter competere su scala globale. Attraverso iniziative come la Città Aerospaziale, Torino dimostra il proprio impegno nel coltivare un terreno fertile per la crescita tecnologica. Per coloro che sono interessati a esplorare ulteriormente queste tematiche e a rimanere aggiornati sulle ultime tendenze ci sono piattaforme per leggere recensioni ed articoli che offrono una panoramica dettagliata di questi mercati in continua evoluzione, anche per quanto riguarda i migliori casinò online non aams.

Punta alla luna (e al G-7)

Come annunciato dal Ministro dell’Impresa Adolfo Urso, Torino ospiterà un vertice del G-7 sull’intelligenza artificiale, l’economia digitale e lo spazio nel 2024, riconoscimento del ruolo sempre più rilevante della città nell’avanguardia tecnologica italiana. “Dopo il futuro dei lanciatori europei, ci dedicheremo ad altri settori, come il controllo dei detriti spaziali, fino al ritorno umano sulla Luna” nel 2030, ha raccontato a La Stampa domenica.

Le aziende coinvolte

Da qui al 2028, il piano prevede il coinvolgimento dei giganti aerospaziali italiani Leonardo, Thales Alenia Space, Avio Aero e Altec. Il primo mira a sviluppare i centri tecnologici Innovation, Digital e GCAP, mentre il secondo intende lavorare sulle missioni su Luna e Marte attraverso un Centro di Integrazione e Test di Grandi Elementi, il terzo si occuperà di sistemi di propulsione per l’Aviazione Pulita del futuro e il quarto imposterà un Centro Spaziale Nazionale.

L’investimento totale di tutti questi piani nella Città Aerospaziale dovrebbe ammontare a circa 1 miliardo di euro.

Impegno per il futuro

Luisa Riccardi, vice segretario generale della Difesa, ha salutato la nascita di “un progetto di importanza nazionale, un ecosistema in cui sono coinvolti tutte le istituzioni chiave, startup, piccole imprese e grandi aziende. Non solo un luogo fisico ma una sfida e un impegno per il futuro. Torino, Piemonte e Italia saranno sempre di più un centro di riferimento globale nell’economia spaziale,” ha affermato, notando che la tecnologia spaziale è “essenziale” per questioni sensibili come il cambiamento climatico e la sicurezza nazionale.

Un “volano” per la città

La Città Aerospaziale di Torino “sarà un hub internazionale per l’attrazione di talenti, per lo sviluppo di tecnologie di frontiera e startup, e per la consolidamento del patrimonio industriale italiano nel settore spaziale,” ha commentato Teodoro Valente, Presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana. “Nei prossimi anni, l’economia spaziale sarà uno dei motori più importanti, e questo territorio potrà cogliere le opportunità,” ha aggiunto, ricordando che l’industria correlata in Italia può vantare 300 aziende, 7.000 persone e un fatturato annuo superiore ai 2 miliardi di euro.

“Abbiamo 12 distretti tecnologici, più di 70 nodi di ricerca e sviluppo tra università ed enti di ricerca, quindi è un buon ecosistema,” ha aggiunto.

Il ruolo di Leonardo

Annunciando il prossimo lancio del piano industriale della compagnia a febbraio, l’amministratore delegato Roberto Cingolani ha notato che lo spazio “giocherà un ruolo senza precedenti, con un grande potenziamento delle attività, una grande razionalizzazione di tutte le linee di prodotto e tutte le strategie.” La divisione aeronautica imposterà quattro laboratori di ricerca nel campus e “ci sarà certamente un ulteriore sviluppo nei prossimi anni,” ha aggiunto.

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