Il fine settimana occasionalmente trascorso a Torino mi ha indotto a compiere una passeggiata mattutina in via Roma, sita poco distante dalla mia abitazione. Nonostante la vicinanza al centro cittadino erano ormai anni che non avevo opportunità di avventurarmi, senza fretta e con occhio osservatore, per quelle che ricordavo come essere le sue vie più eleganti.
Dopo aver mosso pochi ma pericolosi passi tra piste ciclabili infestate da monopattini elettrici e ciclisti “radical-chic” usi a non rispettare le più banali norme del codice della strada oltre che le regole imposte dalla “normale” buona educazione mi sono trovato immerso in un degrado miserevole. Clochards dormienti su sudici ed improvvisati giacigli di cartone albergavano indisturbati sotto i portici di quelle che erano le più prestigiose vie dell’ex capitale d’Italia. A questo degrado facevano contraltare le saracinesche abbassate dei negozi che avevano cessato la propria attività commerciale.
La Galleria Tirrena, che un tempo ospitava importanti negozi di antiquariato, mi è parsa un desolante deserto pullulante di vetrine vuote ed impolverate, silenziose testimoni della ormai percepibile crisi economica che attanaglia la città e l’intera nazione.
Proseguendo per via Roma, in piazza San Carlo, ho scorto le vetrine, anch’esse vuote, di quella che è stata una tra le più prestigiose boutiques torinesi, come vuote ho scorto le vetrine di un bellissimo caffè storico che frequentavo ai tempi degli studi universitari. La stessa sensazione mortifera l’ho poi percepita quando, incrociando via Cesare Battisti, mi sono avvicinato a quello che fu il “tempio” dell’abbigliamento inglese per mezzo secolo e di cui fui ricorrente e fedele cliente, oggi esistente solo nei ricordi della mia generazione.
Un quadro cittadino desolante ove degrado, miseria e sudiciume sommergono e “sporcano” l’immagine di una città di una bellezza straordinaria che ci era stata consegnata dal passato e di cui il tempo presente non si è dimostrato essere all’altezza. Torino non è più una città bellissima, ma lo specchio della regressione della civiltà occidentale. Sarebbe necessario un radicale “reset” che, operando al pari di una rivoluzione astronomica, riportasse tutto alla sua situazione di Origine.