(Adnkronos) – “Nonostante le differenti strategie adottate dalla Russia nel corso di questa guerra ibrida su più fronti, restiamo uniti; e la nostra unione è essenziale”. Lo dichiara il console generale d’Ucraina in un’intervista rilasciata all’Adnkronos in occasione del secondo anniversario dall’invasione su larga scala. “In questo giorno funesto ricordiamo chi non farà mai ritorno nella propria casa”, mentre “continuiamo a lottare per la vita di ciascun civile e di ciascun soldato”, dice il console, ribadendo che “il nostro obiettivo è la liberazione di tutti i territori occupati dalla Russia, il ripristino dell’integrità territoriale dell’Ucraina entro i suoi confini internazionalmente riconosciuti e l’ottenimento di reali garanzie di sicurezza”.  "MORTE NAVALNY ENNESIMO CRIME DI PUTIN" Kiev chiede anche “che vengano liberati i prigionieri catturati in Ucraina e in Crimea, detenuti in condizioni disumane, torturati e indifesi”. Una richiesta ribadita con più forza dopo la morte in carcere di Navalny, “un ennesimo crimine del regime di Putin. Il fatto che le autorità russe non abbiano ancora fornito una risposta alle domande sulle cause della morte di Navalny e gli arresti di cittadini russi che hanno cercato di onorare la memoria dell'oppositore caduto, sono un'ulteriore prova del coinvolgimento degli organi punitivi russi nella sua morte”, evidenzia il console.  “Le numerose manifestazioni che si svolgono in tutto il mondo in memoria di Navalny” però – osserva Kartysh – “sono la testimonianza dell’opposizione alla dittatura che regna nell’opinione pubblica e della richiesta che Putin, e chiunque ha preso parte alle sue azioni criminali, ne rispondano davanti alla legge”.  "RUSSIA FA PROPAGANDA IN ITALIA" Il console generale d'Ucraina a Milano, a pochi giorni dallo scambio di battute tra Putin e la studentessa italiana Irene Cecchini, mette in guardia anche dal pericolo rappresentato dalla propaganda russa: “Il governo russo mira a influire sull’infosfera allo scopo di seminare dubbio ed incertezza, divulgare informazioni propagandistiche utili al regime e influenzare l’opinione pubblica nei Paesi europei, tra cui l’Italia, verso la riduzione del supporto dell’Ucraina”. E se "i metodi che la Russia utilizza nelle sue guerre ibride sono ben note. L’importante – raccomanda Kartysh – è non lasciarsi influenzare e cercare ad ogni passo di discernere la verità dall’inganno”. Anche perché “quella che si dispiega ora è più di una guerra locale ai confini dell’Unione Europea: è uno scontro tra civiltà, mentalità e regimi. I politici – prosegue il diplomatico di Kiev – dovrebbero ricordare che l’aggressione della Federazione Russa è diretta non solo contro l’Ucraina, ma contro l’intero mondo democratico, per minare l’intero sistema di sicurezza internazionale, ed è impossibile rimanerne in disparte”. 'DA ITALIA SEGNALI DI VERO PARTENARIATO' Per l'Italia il console ha solo ringraziamenti, per "la lineare posizione del governo italiano a fianco dell’Ucraina sin dai primi giorni dell’invasione su vasta scala da parte della Russia"; per "il sostegno delle sanzioni contro la Russia; per il supporto militare che ha permesso di fermare l’avanzata russa; per l’impegno a favore dell’attuazione della formula di pace proposta dal presidente Volodymyr Zelensky e sulla stesura delle garanzie di sicurezza per il futuro". C'è poi il "manifesto interesse dell'Italia a partecipare alla ricostruzione dell'Ucraina. Tutti questi – evidenzia Kartysh – sono per noi segnali di vero partenariato, di comunanza di valori e di comprensione, da entrambi i lati, del pericolo rappresentato dal nostro vicino orientale”. 'OLTRE 100.000 RICHIESTE PROTEZIONE IN NORD ITALIA' Infine il diplomatico di Kiev ringrazia l'Italia "per l’attenzione ai nostri cittadini rifugiati", a due anni da quando “la Russia – ricorda il diplomatico – ha dato inizio ad una nuova fase della sua guerra premeditata: un’invasione su vasta scala, che ha toccato tutte le regioni ucraine, senza eccezioni e tutti i cittadini, in un modo o in un altro”. Molti di loro, per scappare dalla guerra, sono arrivati in Italia. “Secondo i dati forniti dai nostri amici del dipartimento della protezione civile, nel Nord Italia sono state elaborate più di 100 mila richieste di protezione temporanea. Stiamo parlando di più della metà del totale delle richieste pervenute dai profughi arrivati in Italia a seguito della guerra. La Lombardia, l’Emilia Romagna, il Veneto e il Piemonte sono le regioni della nostra circoscrizione consolare che hanno accolto il maggior numero di cittadini ucraini in fuga. Di questi, circa il 70% è rappresentato da donne con bambini o da famiglie con più figli. Inoltre – fa sapere il console – ad oggi nel Nord Italia sono state registrate più di 140 mila richieste di ucraini titolari di permesso di soggiorno di altro tipo: ricongiungimento familiare, motivi di lavoro e così via”. Nonostante l’accoglienza ricevuta in Italia, “tutti gli ucraini mantengono costantemente i contatti con la patria e non vedono l’ora di tornare in Ucraina al termine della guerra”. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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