(Adnkronos) – Faccia a faccia fra il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e il Presidente francese, Emmanuel Macron, a margine dei lavori del Consiglio europeo e l'Eurovertice a Bruxelles. Al centro del colloquio con l'inquilino dell'Eliseo, secondo quanto si apprende da fonti italiane, i principali temi dell'agenda internazionale a partire dall'Ucraina alla luce del drammatico incremento degli attacchi russi contro la popolazione civile. È stato confermato a questo proposito, spiegano le stesse fonti, "il valore fondamentale dell'unità e della determinazione dell'Unione europea, in coordinamento con i partner G7, nel sostegno alla resistenza ucraina contro l'aggressione russa e nel giungere a una pace giusta". Tra Meloni e Macron si registra "particolare convergenza sulla dimensione esterna dalla migrazione", sull'opportunità di proseguire "sulla strada dei partenariati rafforzati con i Paesi di origine e transito, e sulla necessità di combattere con determinazione i trafficanti di esseri umani, come sottolineato anche dalle Conclusioni del Consiglio Europeo". Fonti della delegazione italiana, commentando l'incontro a Bruxelles tra la premier Giorgia Meloni e il presidente francese Emmanuel Macron, sottolineano come sia di "particolare rilievo l'unità ritrovata dal Consiglio Europeo – anche grazie all'impulso italiano e francese – sul Medio Oriente, sull'agricoltura e sul tema della Difesa europea", con l'avvio "di una riflessione sul nodo essenziale delle risorse da affiancare al miliardo e mezzo già assicurato nel contesto della revisione del Qfp (Quadro finanziario pluriennale) per il nuovo programma di difesa europea (Edip) recente presentato dalla Commissione". "Penso che l'Europa di domani debba essere molto diversa da quella di oggi in tema di rapporto con la propria capacità di incidere sulla competitività" ha detto la premier Giorgia Meloni, a margine del Consiglio europeo. "Oggi ce ne stiamo rendendo conto e vediamo un'Europa che pian piano torna indietro su tutte le battaglie fatte in questi anni, sulla capacità di conciliare la sostenibilità ecologica con quella economica e sociale. Purtroppo, quando arrivano gli choc è finito il tempo dell'ideologia e devi correre ai ripari". "Vorrei un'Europa molto meno ideologica, capace di difendere i propri confini, capace di lavorare sulle proprie catene di approvigionamento: tutte cose che negli ultimi mesi si stanno un po' raddrizzando ma che nei primi anni non sono andate benissimo", ha aggiunto la presidente del Consiglio.
Vogliamo un'Italia in Europa "sempre più autorevole e credibile, in grado di affrontare le tempeste a testa alta", ha detto Giorgia Meloni nel corso del suo intervento agli Stati generali dell'Italia a Bruxelles. "Quando facciamo sistema e lavoriamo tutti nella stessa direzione non c'è niente che non riusciamo a fare", ha rimarcato la premier rivolgendosi alla platea dei funzionari italiani impegnati nelle istituzioni Ue e nella Nato, a proposito del risultato raggiunto sulla direttiva imballaggi. E sulle posizioni a livello europeo "non dobbiamo accontentarci, abbiamo margini di crescita anche per le posizioni di vertice", ha spronato Meloni. "Siamo una grande nazione in grado di formare persone di altissimo livello. Il governo – ha aggiunto – è attento alle vostre carriere". Negli ultimi mesi, sul fronte dell'immigrazione, ha detto la premier Giorgia Meloni in un passaggio del suo intervento agli Stati generali dell'Italia a Bruxelles, "abbiamo ottenuto risultati molto importanti, portando pian piano i nostri partner ad ascoltarci, concentrando l'attenzione sulla dimensione esterna e dichiarando guerra ai trafficanti di esseri umani". Il governo, ha sottolineato la presidente del Consiglio, ha "disegnato un nuovo modello di cooperazione" attraverso il Piano Mattei e il memorandum con la Tunisia e l'Egitto, puntando a una "collaborazione da pari a pari" con le nazioni del Nord Africa. Il modello è quello della cooperazione, "che non è predatoria né caritatevole", ha proseguito la premier. Quando si parla di immigrazione "tutti ascoltano la posizione dell'Italia" perché "è un ponte tra Europa e Africa", ha inoltre rimarcato Meloni rivolgendosi ai funzionari italiani impegnati nelle istituzioni europee e nella Nato. "Non siamo soli nelle vittorie, non siamo soli nelle sconfitte". Lo ha detto la premier Giorgia Meloni rivolgendosi ai funzionari italiani nelle istituzioni Ue, nel corso del suo intervento agli Stati generali dell'Italia a Bruxelles. "Capita a chiunque abbia delle responsabilità, a chiunque debba prendere una decisione, di sentirsi solo. Ecco, guardatevi intorno. Voi non siete soli, noi non siamo soli in nessuna delle decisioni che prendiamo. Quando una cosa è andata male non è mai colpa solo di uno, quando una cosa è andata bene non l'ha costruita solamente uno". Sul tema di una possibile 'preparazione' alla guerra "secondo me si è fatta un po' di confusione: quello che era scritto nelle conclusioni effettivamente era messo in una parte dove poteva essere male interpretato. Non era un riferimento a 'prepariamo i cittadini perché siamo in guerra' ma alle crisi sul piano della protezione civile… C'è un riferimento al termine militare perché in alcune nazioni la protezione civile è militare". Lo ha precisato al termine del Consiglio europeo la premier Giorgia Meloni, parlando con i giornalisti. Sui toni che hanno caratterizzato il summit dei leader Ue, la presidente del Consiglio ha poi aggiunto: "Non è stato detto di mettersi l'elmetto in testa e andare a combattere o che i nostri cittadini sono in pericolo. Il dibattito è stato lo stesso degli altri Consigli europei. Sono scenari che bisogna continuare a monitorare", ha osservato Meloni, dicendosi stupita dalle ricostruzioni "riguardo a un clima particolarmente teso". "Possiamo essere fieri del fatto che abbiamo il Pnrr più imponente tra i Paesi europei e la Commissione europea dice che siamo la nazione che lo sta implementando con maggiore velocità", rivendica la premier Giorgia Meloni nel corso del suo intervento agli Stati generali dell'Italia a Bruxelles, davanti alla platea dei funzionari italiani nelle istituzioni Ue e nella Nato. "Lavoriamo tutti per la stessa squadra e parlarne, raccontare la propria esperienza, aiuta a ricordarci che la squadra di cui facciamo parte si chiama Italia e che in quella squadra, in qualsiasi ruolo si giochi, ciascuno fa la differenza. La squadra va bene solamente se ciascuno fa nel migliore dei modi la propria parte". "Quello che ciascuno di voi fa anche quando può sembrare noioso o cavilloso, in realtà cambia la vita delle persone" conclude la presidente del Consiglio. —politicawebinfo@adnkronos.com (Web Info)