(Adnkronos) – Il valore dell’agricoltura nell’Unione europea necessità di essere tutelato. Lo sostiene con forza la Cia – Agricoltori italiani che ha proposto un piano strategico in un “Manifesto per le elezioni europee 2024”. In nove punti, la sfida proposta dalla Confederazione italiana agricoltori (Cia) è quella capace di affrontare le future sfide globali intervenendo in maniera strategica sui temi fondamentali per i cittadini Ue come salute, alimentazione, lavoro, energia, sicurezza ecc. L’agricoltura, in tale asset, assume un posto al centro del futuro dei cittadini in termini di sicurezza alimentare.  “Sociale” è il termine usato dalla Cia per indicare l’Europa del futuro. Quella nella quale, secondo la confederazione, ci debba essere un rappresentante del settore agricolo con un peso politico e che le Istituzioni Ue siano in grado di riuscire a valorizzare e tutelare il settore, con una futura ripartizione delle competenze dei vari dossier della Commissione, del Consiglio e del Parlamento Ue per consentire che i temi agricoli siano “gestiti con le dovute competenze”. Vediamo in dettaglio il manifesto Cia.  “Ad ogni prodotto agricolo deve essere riconosciuto il giusto valore – scrive nel manifesto la Confederazione -. Non è più procrastinabile una legge nazionale sul tema ma si deve agire anche a livello europeo”. Oltre alla revisione della Direttiva per le pratiche sleali, la Cia chiede un osservatorio Ue su costi, prezzi e marginalità. La necessità è quella di intervenire su una revisione delle politiche finalizzate ad incentivare l’aggregazione e le relazioni di filiera.  L’importanza, in questo caso, è data alle materie prime che rappresentano il vero valore delle filiere.  Una battaglia della Confederazione è quella relativa alle aree rurali. Nella visione strategica, quest’ultime dovrebbero subire uno sviluppo e una valorizzazione in quanto principali produttrici di cibo e “custodi del territorio, protettori dell’ambiente e operatori sociali creano il beneficio per la collettività. Rendere competitive le aree rurali vuol dire sviluppare interesse per investimenti strategici nel settore agricolo e garantire un futuro a oltre 130 milioni di persone, cioè il 30% della poplazione e oltre l’80% del territorio dell’Ue).  Sui danni dell’uomo sul suolo si discute da anni. La sua resistenza agli impatti umani non è destinata a durare ancora per molto. La proposta della Direttiva sul monitoraggio e la resilienza del suolo dovrà essere approvata velocemente così da accelerare la definizione di una legge nazionale che azzeri il consumo di suolo agricolo.  “Fondamentale intervenire sulla gestione, anche a livello Ue, definendo una Strategia di governo comune della risorsa idrica che tenga conto delle buone pratiche messe in atto dai diversi Stati membri – continua il manifesto -. Bisogna definire un Piano che miri a ripensare lo stoccaggio, la riduzione, le perdite e il riuso delle acque”. Insieme al suolo, anche il futuro di un bene di prima necessità come l’acqua è messo in dubbio.  L’Unione europea continua a definire standard sempre più stringenti nell’ambito del commercio del settore agricolo. Valorizzare la produzione agroalimentare europea è sempre più complesso e la Cia richiede un medesimo approccio a livello internazionale: “Bisogna definire accordi bilaterali che tengano in dovuta considerazione il settore agricolo e vanno ampliati gli studi sugli impatti cumulativi dei diversi accordi di libero scambio. Il prodotto europeo va tutelato. La parola chiave deve essere reciprocità, dunque anche in riferimento alla sostenibilità sociale”.  Il bilancio dedicato alla Politica agricola comune (Pac) è influenzato dall’inflazione degli ultimi anni. I settori economici risentono delle sfide del cambiamento climatico e della neutralità climatica secondo le quali, l’Europa “potrebbe considerare un plafond specifico aggiuntivo, finanziato anche attraverso nuovi strumenti per affrontare le questioni ambientali che per il settore agricolo intervenga in risposta all’adattamento al cambiamento climatico e alla transizione ecologica”.  Sulla Politica agricola comune si gioca il futuro del settore. Nello specifico, una revisione in vista di possibili evoluzioni degli scenari geopolitici è necessaria. Dinamiche complesse e soggette e continui imprevisti, dovuti all’andamento e alla crisi climatica, richiede un ridisegno di una politica agraria Ue in grado di intervenire in modo adeguato e con flessibilità. “Serve una Politica economica che tuteli l’andamento produttivo europeo e il reddito agricolo – segnala il manifesto Cia -, redistribuisca le risorse valorizzando il lavoro degli agricoltori e il ruolo che occupano nello scenario”. Gestire la crisi, favorire gli investimenti, implementare le innovazioni: così ci si immagina una Pac in grado di contribuire ad una sinergia tra i diversi fondi europei.  Ricerca e formazione rappresentano due fonti primarie di innovazione e sviluppo. La formazione in agricoltura deve continuare ad essere una priorità nell’Ue. “Garantire forme di tutoraggio per migliorare la divulgazione scientifica, guardando ad esperienze positive già attuate negli anni passati come il “Piano-quadro di divulgazione agricola”, specifica il manifesto.  Impossibile non concludere conil ruolo cardine che nella ricerca e nel futuro dell’agricoltura occupano i giovani. Il ricambio generazionale deve essere strutturalmente affrontato per la continuità della produttività aziendale. “Accesso al credito e accesso alla terra come chiave di svolta per i futuri investimenti dei giovani in agricoltura oltre alla valorizzazione e allo sviluppo di servizi nelle aree rurali. Per la prima è necessaria la costituzione di un fondo europeo che ristrutturi il debito contratto con i diversi sistemi bancari”, conclude la Cia. —sostenibilitawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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