“La Commissione Europea ha già firmato tre contratti con le aziende farmaceutiche e sta per firmarne altri quattro, per un totale di sette aziende in corsa per il vaccino.

Al termine di queste valutazioni, quando il vaccino sarà stato sperimentato con successo, saremo già in possesso di tante dosi, perché queste sono già in corso di produzione, e quindi immediatamente distribuibili. Non occorreranno altri mesi”. Lo ha detto il presidente dell’Istituto superiore di sanità Walter Ricciardi nel corso del Festival della Salute Globale.

L’accordo della commissione Ue con Pfizer-Biontech per l’acquisto di 300 milioni di dosi del vaccino per il Covid-19 sarà all’ordine del giorno del collegio dei commissari di domani, per l’adozione. Lo annuncia il portavoce dell’esecutivo comunitario, Eric Mamer.

Ad anticipare la notizia era stata la Bild. Il contratto con la Biontech per il vaccino anti-covid “è pronto” e l’ultima tappa arriverà con il vaglio della commissione europea di domani.

Il vaccino anti Covid sviluppato dalle aziende Pfizer e BioNTech si basa su una delle tecnologie più innovative e avanzate, adottata anche da altre due grandi aziende in corsa: la tedesca Curevac e l’americana Moderna, che nella ricerca sul vaccino contro la pandemia collabora con l’Ente statunitense di ricerca sulle malattie infettive, il Niaid diretto da Anthony Fauci, e con con la Coalion for Epidemic Preparedness Innovation (Cepi). Tutti e tre i vaccini stanno affrontando la terza e ultima fase della sperimentazione clinica.

Vaccini di questo tipo utilizzano la sequenza del materiale genetico del nuovo coronavirus, ossia l’acido ribonucleico (Rna), il messaggero molecolare che contiene le istruzioni per costruire le proteine del virus. Ottenendo una risposta immunitaria ottimale.

L’obiettivo è somministrare direttamente l’mRna che controlla la produzione di una proteina contro la quale si vuole scatenare la reazione del sistema immunitario.

Nel caso del virus responsabile della pandemia la proteina è la Spike, l’artiglio molecolare utilizzato per agganciare le cellule sane e invaderle.

La proteina Spike è stata una delle prime a essere individuata, è ben nota e si è osservato che il sistema immunitario umano è in grado di riconoscerla.

Non appena questo avviene, le difese dell’organismo stimolano la produzione di cellule B, che producono anticorpi, e di cellule T, specializzate nel distruggere le cellule infette.

Entrambe le sperimentazioni, così come quella della Curevac, si trovano infatti nella terza e ultima fase: dopo i test preclinici, condotti in laboratorio, ogni vaccino e ogni farmaco vengono sperimentati sull’uomo in tre fasi.

La fase 1, condotta su un piccolo numero di volontari sani, deve dare risposte sulla sicurezza; la 2 su un numero più vasto di persone, deve dare le prime risposte sugli effetti e la 3, su numeri molto grandi, deve dare le risposte sull’efficacia.

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