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Il magazine “The Times” ha dedicato al cambiamento climatico e alle colline del Prosecco un articolo dal titolo allarmistico: “Il cambiamento climatico minaccia di rovinare la produzione di Prosecco”. Ma non solo. Sostiene che le piogge invernali stanno diventando sempre più intense, alternate a periodi sempre più frequenti di siccità. Cosa sta succedendo veramente in Italia e in particolare in Franciacorta?

 Al di là delle notizie sul meteo che in questi giorni sembrano essere l’altra faccia della guerra in Ucraina, in Franciacorta l’andamento della vigna e del meteo rispetto all’anno 2022 è sicuramente positivo. Lo scorso anno abbiamo avuto temperature molto elevate e per periodi lunghi. Quest’anno è tutto diverso. La primavera si è caratterizzata per il numero di precipitazioni che hanno scongiurato il problema dello stress idrico, le piante hanno avuto una buona alimentazione d’acqua. Un altro dato importante arriva dalle riserve invernali – per riserve invernali si intendono le piogge fuori dal ciclo, da ottobre a marzo – che nell’ultimo inverno sono state di più rispetto all’anno precedente. Le colture hanno avuto le risorse idriche necessarie per affrontare queste giornate di forte stress climatico. 

Una stagione partita meglio

 Sicuramente, anche se un maggio decisamente piovoso con 18, 19 giorni su 31 di precipitazioni ha attenzionato molto l’aspetto della difesa con una forte pressione peronosporica come non si vedeva da tempo.  

Un quadro non esente da rischi attentamente monitorati dai produttori come quello della peronospora

 Esattamente. Tutta la cura e l’allarme dei viticoltori si è indirizzato al contenimento di questa malattia trofica causata da organismi parassiti, anche se non è possibile definirla una piaga territoriale. Qualche azienda ha avuto più danni, altre sono riuscite a gestire il fungo e ne stanno uscendo molto bene.  

Una piaga di questo periodo è anche la grandine

 Circa venti giorni fa abbiamo avuto un evento di grandine che per fortuna non ha avuto conseguenze catastrofiche. Per l’entità e il periodo non è stata una grandinata che poteva mettere in pericolo la vendemmia avendo colpito grappoli in chiusura, molto erbacei e duri. C’è stato poi subito molto caldo, i frutti hanno avuto il tempo di asciugarsi completamente e i pochi acini colpiti sono caduti. È chiaro che una grandinata che arriva a invaiatura completa deve essere valutata in un altro modo. 

Nell’anno più caldo la vite dimostra ancora una volta la sua straordinaria resilienza climatica

 Si, è così. Mancheranno una ventina di giorni all’inizio della vendemmia, dovremmo cominciare intorno all’inizio della seconda decade di agosto, e la vite sta resistendo alle temperature eccezionali di questi giorni. Settimana faremo i primi rilievi pre-vendemmiali per capire come si sta muovendo la vigna, e come sempre nelle ultime tre settimane, dall’invaiatura in poi, la stagione è sul crinale. Il tempo bello e le piogge giuste ci fanno pensare a una vendemmia che potrebbe essere qualitativamente alta. L’uva c’è; è sana, e non sarà una vendemmia precoce. L’esito in qualunque caso dipende dalle piogge. 

Cosa dicono le previsioni meteo?

 Sono abituato a non tenere troppo in considerazione le previsioni meteo, difficilmente vado oltre a quello che vedo. Posso dire con certezza che non sarà una vendemmia precoce. Per fare il punto della situazione in modo più veritiero, dobbiamo aggiornarci tra una decina di giorni. Adnkronos – Vendemmie
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