Una passeggiata serale percorrendo la centralissima via Garibaldi e l’amara scoperta: moltissimi negozi chiusi con il cartello “affittasi” e con poche, anzi pochissime possibilità di riuscire ad affittarli.

Questa è la realtà che S. P., anch’essa commerciante del centro, ha voluto testimoniare con delle istantanee scattate in una sera di fine estate facendo una passeggiata in quello che dovrebbe essere il cuore pulsante del capoluogo Piemontese.

“Sono addolorata nel vedere così tanti negozi sfitti – dichiara la commerciante – le politiche di questa giunta non hanno mai favorito il commercio del centro, anzi, con la battaglia contro le automobili, molti commercianti sono stati costretti a chiudere”. A ciò si è aggiunta sicuramente la grave crisi data dalle pandemia, dove molti commercianti non hanno ricevuto l’adeguato aiuto per il periodo di chiusura forzata, che ha portato molti uffici a non riaprire più”.

“Le attività hanno diminuito gli incassi del 60/80 per cento – dichiara ancora S. P. – per via degli uffici che non hanno più riaperto, e del calo dei consumi, dato da un calo vertiginoso del turismo. Molti hanno chiuso, altri chiuderanno entro fine anno non potendo sostenere le spese. E poi i negozi rimangono sfitti, chi è il pazzo che si affitta oggi un locale in centro con questa crisi? E la politica sui ‘nuovi mezzi sostenibili’ e le piste ciclabili? Sembra qualunquismo ciò che sto per dire ma non lo è: invece di pensare alla creazione di piste ciclabili dove fra un mese per via del freddo le biciclette non viaggeranno più, la Appendino dovrebbe concentrare le risorse per aiuti concreti ai commercianti e far ripopolare di turisti il centro. Il sindaco si fa gli spot con bici elettriche e monopattini ma dovrebbe davvero mettere in atto le tante promesse politiche per i commercianti strozzati da una crisi senza fine”.

Un grido di dolore di chi vive il centro e purtroppo lo ha visto morire commercialmente in questi anni. Il rischio è che molti chiudano se non hanno già chiuso, e nessuno voglia riaprire, con la conseguente moria di posti di lavoro con sempre più famiglie che si avvicineranno alla soglia di povertà.

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