(Adnkronos) – “Sono tante le parole che nel corso di questi anni abbiamo riversato in interventi pubblici, pagine di giornale e libri per denunciare la mattanza contro le donne e pari soltanto al sangue versato da tante nostre sorelle, che hanno smesso di esistere a causa di uomini che hanno deciso che il loro termine di possesso dovesse diventare totale. Da ultimo Giulia 22 anni picchiata, caricata in macchina esanime e poi gettata sul greto del fiume. Ma il sangue, le urla e la violenza poi purtroppo scompaiano sempre come se ogni femminicidio prima non fosse esistito e lo sconcerto e anche le soluzioni ipotetiche sembrano poi arrivare troppo tardi. Allora dobbiamo dircelo con chiarezza che per molta parte del nostro Paese, se ci ammazzano la colpa è nostra, se ci picchiano le colpa è nostra, se ci violentano la colpa è sempre la nostra”. Così, Pina Picierno, membro del Parlamento europeo, che attraverso un videomessaggio ha lanciato un forte messaggio contro la violenza sulle donne, nel corso del terzo evento “Io mi oppongo”, progetto di orientamento contro la violenza di genere ideato da Rea – Reagire alla violenza, l’associazione che promuove iniziative di informazione e sensibilizzazione per prevenire la violenza di genere, le discriminazioni e le molestie in ogni ambito della vita, per le aziende, a cui Volvo Groups Italia riconferma la propria adesione.  L’espressione a cui è legato il titolo dell’iniziativa si riferisce volutamente al linguaggio legale, con l’obiettivo di stimolare una cultura giuridica su questi temi. Rea nasce dal costante impegno di Silvia Belloni, Pina Picierno e Maria Silvia Sacchi, con il supporto di Daniela Poggio, riguardo al tema della lotta contro la violenza sulle donne e sui minori. Lo spazio creato ad hoc dall’associazione si pone l’obiettivo di analizzare, discutere ed educare aperto a tutti gli attori della società. Guarda alle aziende per il ruolo che svolgono nella vita delle persone in quanto datrici di lavoro e luoghi di formazione di cultura.  L’intento di Picierno è quello di opporsi al vento culturale e sociale attuale, facendo entrare nelle stanze asfittiche del patriarcato un vento nuovo:“Siamo le colpevoli per eccellenza – spiega Picierno – anche in quanto madri, perché i nostri figli lo raccontano, le innumerevoli e sventurate cronache giudiziarie, e con Rea ce ne occupiamo, spesso sono soltanto il mezzo per rivendicare un possesso. Questo è quanto raccontano le cronache delle separazioni conflittuali e violente. Siamo noi che provochiamo, siamo le ingrate di oggi, le streghe di ieri. Questo riflesso così assurdo va spezzato e dobbiamo opporci a questo vento culturale e sociale, facendo entrare nelle stanze asfittiche del patriarcato un vento nuovo, che non consenta più nulla di quello che esiste”.  “Con coraggio abbiamo dato il via ad un lavoro con l'associazione Rea, nata da appena un anno, che abbiamo condotto in Europa contro la violenza sulle donne per reprimere questi crimini in modo omogeneo in tutti gli stati membri, ma soprattutto – sottolinea – per rafforzare il supporto e la prevenzione”.  “Ma potremmo fare molto di più: il Parlamento europeo, infatti, ha chiesto formalmente che la violenza di genere diventi un cosiddetto euro-crimine, per avere più mezzi concreti in questa battaglia. Servirà il consenso dei governi nazionali – continua Picierno – e noi siamo pronte alla lotta, perché come ho avuto modo di ribadire, da ultimo alla ministra Roccella, il tempo dell'azione è radicale, è adesso, per proteggere le donne di oggi e di domani e per crescere uomini che non abbiano soltanto il timore di un reato, ma che siano alleati nella costruzione di una società più giusta, dove il femminicidio, la violenza e il patriarcato siano solo un ricordo nefasto e lontano”. “Proprio in queste settimane stiamo lavorando sulla nuova direttiva contro la violenza. Il Parlamento europeo chiede che siano riconosciute cose ovvie, che tutte noi conosciamo dalla ‘Notte dei tempi’, ma anche l'ovvietà è diventata rivoluzionaria. Senza consenso è violenza e il tempo della denuncia non ne condiziona la fondatezza. La lotta al femminicidio e alla violenza di genere passano per la realizzazione di una rete articolata e complessa di azioni dal contrasto preventivo – sottolinea Picierno – alla piena applicazione della convenzione di Istanbul, passando per una lotta concreta ai modelli patriarcali, culturali, sociali ed economici, passando per rendere obbligatoria l'educazione affettiva nelle scuole, fino a raggiungere una pena giusta per tutti i colpevoli e non c'è un fattore meno utile in questa battaglia. Il sangue di Giulia Cecchettin e delle donne vittime di violenza e di femminicidio non può essere lavato via”. “Non solo non possiamo stare in silenzio – conclude Picierno – ma ora abbiamo il dovere di urlare più forte e occasioni come quelle di oggi sono davvero preziose. Quindi, ringrazio molto Volvo, la sensibilità dimostrata dalla sua dirigenza, aver voluto questo progetto, è una cosa davvero molto importante. Facciamo tutto quel che è necessario e facciamolo insieme. Come ci ha chiesto la sorella di Giulia, bruciamo davvero tutto”.  —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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