(Adnkronos) – Nel 2022 sono state 347 le donne che hanno denunciato perché vittime di minacce online. Nei primi dieci mesi del 2023, le denunce sono state già 371, si tratta di un preoccupante incremento pari al +24%. Le minacce sono spesso un primo passo per avviare una vera e propria persecuzione online. E' quanto emerge dal report della Polizia Postale sulla violenza di genere online. Nel 2023, gli strumenti online più utilizzati per minacciare le donne sono i social network (50%) e le app di messaggistica (31%), attuali medium irrinunciabili delle comunicazioni con gli altri. Avvicinarsi a strumenti per comunicare con la paura di subire attacchi verbali costituisce già un forte elemento di limitazione della libertà personale.
Nel 2022 sono state 412 le donne vittime di molestie online e nei primi dieci mesi di quest’anno, la Polizia Postale e delle Comunicazioni ha già registrato 377 casi, con un incremento del +10% rispetto allo scorso anno. La molestia online presuppone una certa ripetitività delle azioni lesive che colpiscono la vittima limitandone il senso di sicurezza. Le molestie online contro le donne avvengono in prevalenza attraverso servizi di messaggistica (38%) e attraverso i social network (33%). Come per quanto osservato per le minacce, è il luogo virtuale della comunicazione e della socializzazione l’obiettivo dei persecutori che cercano di estendere il controllo sulla vittima proprio 'inquinando' anche i suoi spazi virtuali di espressione. La maggioranza delle persecuzioni in rete che colpiscono le donne sono messe in atto da persone che, non solo si conoscono nella vita reale, ma magari hanno condiviso percorsi di vita comune: ex coniugi, compagni di vita, colleghi di lavoro che, soprattutto attraverso i social network, prolungano la forza lesiva della loro aggressione, usando la rete per insultare, diffamare o diffondere contenuti privati. Nel 2022 sono state 101 le donne vittime di stalking online e, nei primi dieci mesi di quest’anno, sono stati già registrati 87 casi, eguagliando il numero complessivo di denunce raccolte nell’analogo periodo dello scorso anno.
Quello che talvolta nasce come un gioco sessuale consensuale tra adulti, può diventare lo strumento di una vendetta subdola e violenta che travolge la vita della vittima, distruggendone l’immagine pubblica, riaffermando con violenza la potenza dell’altro. E’ il caso del revenge porn, un fenomeno che aggredisce soprattutto le donne e per il quale risulta sempre complesso chiedere aiuto perché ci si sente responsabili di un errore di valutazione sulle intenzioni dell’altro, sulla genuinità dei suoi sentimenti. Sono stati 191 i casi arrivati all’attenzione della Polizia Postale nel 2022. Quest’anno, al 31 ottobre 2023, i casi denunciati da donne per diffusione illecita di immagini o video a contenuto sessualmente esplicito, sono 163, con un andamento in linea con quello registrato nell’analogo periodo del 2022. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)