Il sospetto che gira online e nelle dichiarazioni di Cirio, Mesumeci, Fontana e tutti gli altri governatori di regione è che Giuseppe Conte abbia voluto penalizzare le regioni governate dai suoi avversari politici.

Una accusa infamante, che dall’altro lato della medaglia significa “difendere” le regioni amministrate da governatori di centrosinistra. Il casus belli è ovviamente quello della Campania, dove Vincenzo De Luca, nel suo consueto fare da “sceriffo” invocava il lockdown e pene severissime, mentre per Conte è diventata una regione “gialla”, ovvero a basso rischio per l’epidemia.

La “rivolta” delle regioni di centrodestra contro il Dpcm del governo giallofucsia è quindi servita: spedite nelle zone “rosse” – quindi a maggior rischio – condannate a dure restrizioni che graveranno pesantemente sulla loro economia, e quindi la loro gestione. Una rivolta sempre e solo “social”, senza prese di posizioni reali nel quotidiano, almeno per il momento.

Fontana, della Lombardia parla di “schiaffo in faccia a tutti i lombardi” mentre Mesumeci, della Sicilia, chiede “al governo centrale di ripensarci”. Cirio, Piemonte, ieri ha esordito con “non riesco a dormire la notte” per colpa di questo DPCM.

A pensare male si fa peccato, ma i conti non tornano.

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