Una residente di Alpignano ci ha inviato una lettera di denuncia. La questione, sempre aperta, è quella dell’ex hotel Parlapà, trasformato dall’ormai lontano 2017 in un centro di accoglienza. Gli “ospiti”, secondo questa testimonianza, oltre a disturbare la quiete pubblica, minacciano e aggrediscono la malcapitata. La signora ha voluto rimanere anonima per paura di ritorsioni.
La lettera
“Sono una signora residente ad Alpignano (TO) e, da quando l’ex hotel Parlapà è stato convertito in centro accoglienza per richiedenti asilo, ho la vita difficile. Premetto che non tutti gli ospiti si comportano male. Lì vi sono ospitate persone di nazionalità diverse, tuttavia, i problemi sono creati da alcuni ragazzi africani e, per questo, quando ho più volte chiesto aiuto, sono stata accusata di razzismo.
Alcuni di questi ragazzi urinano davanti alle case di noi residenti, sputano per terra, spruzzano il loro moccio dal naso contro i muretti delle nostre abitazioni. Sputano all’interno dei cortili e negli orti privati, buttano per terra la loro immondizia (lattine e bottiglie di birra e di superalcolici, avanzi di cibo, confezioni di merendine, fazzoletti usati e altro ancora).
Fanno anche forti schiamazzi notturni tali da impedirci di dormire. Inoltre, sempre alcuni di loro, tirano le pietre ai cani dei vicini e sputano addosso ai miei gatti. Tanto che temo per la loro incolumità. Solo io e mio marito ci siamo lamentati di questa situazione, rivolgendoci ai carabinieri e alla polizia locale, che ringraziamo.
Abbiamo anche chiesto aiuto in Municipio ma né il precedente sindaco, né il suo vice, ci hanno aiutato. Nemmeno alcuni politici che parlano tanto ci hanno aiutati. Ho chiesto anche aiuto alla direttrice del Parlapà, ma mi ha tirato giù il telefono più volte. Ignorando le mie richieste di aiuto: l’ultima volta telefonicamente, mi ha urlato contro con la motivazione ‘che aveva da lavorare’. Neanche l’attuale sindaco mi riceve poiché mi dicono in segreteria che ‘è troppo impegnato’.
Mi ha ricevuta telefonicamente solo una volta per mezz’ora il 3 novembre 2020, ma da allora la situazione si è aggravata. Ho già subito tre aggressioni da parte di alcuni di questi ragazzi di colore. In una di queste sono mi è stato spruzzato addosso il moccio dal naso. Nell’ultima aggressione (c’è anche un video), sono anche stata minacciata di venire pestata. L’aggressore mi ha anche detto che ‘avrebbe fatto pestare mio marito’, al momento non presente.
Da uno di loro in passato sono stata minacciata di gola tagliata, violenza sessuale e pestaggi. Alcuni di loro hanno anche tentato di entrare nella mia proprietà. Una volta, uno di loro mi ha quasi investita con la sua bicicletta. Non posso uscire da sola da casa con tranquillità. Nemmeno per buttare l’immondizia.
Sono stati visti fare tutte queste cose da più persone, ma solo io e mio marito abbiamo segnalato la cosa e per questo ne stiamo pagando le conseguenze. Gli altri residenti subiscono e non denunciano in quanto temono ritorsioni o di venire accusati di razzismo. Io vivo nel terrore che sia a me che a mio marito o ai miei gatti prima o poi accada qualcosa di più grave. In Municipio non fanno nulla, anzi una persona mi ha urlato più volte che io sono una razzista, dicendomi testualmente: “lei odia i neri e tutti gli stranieri” e mi ha cacciata via. Non chiedo troppo, non chiedo la chiusura del centro. Chiedo solo un po’ di rispetto da parte di questi ragazzi e di poter avere la libertà di di poter uscire a fare la spesa con tranquillità. Chiedo troppo?”.
La lettera firmata si chiude con i saluti alla redazione con la volontà di rimanere anonima. “Per tutelare la propria incolumità è quella della propria famiglia”.