(Adnkronos) – A pochi giorni da Capodanno gli italiani si accingono ad imbandire le tavole per il cenone e in questo 2023, caratterizzato dal rialzo dei prezzi dei prodotti alimentari e dalla corsa dell’inflazione, anche il carrello delle feste registra degli aumenti, ma non sempre e non per tutti i prodotti. Con il paniere preso in considerazione si arriva a spendere fino a 270 euro, ma nonostante il caro spesa l’aumento medio è stato solo del 2% rispetto allo scorso anno. E' quanto emerge da una ricerca di Altroconsumo nell'esaminare i prezzi dei prodotti alimentari legati a questa festività, utilizzando i prezzi rilevati da Mkgsm in supermercati, ipermercati e discount di 15 regioni italiane visitando oltre 130 punti vendita di 18 diverse insegne.  
Ad esempio, si evidenziano importanti rincari per cotechini e zamponi: i prezzi crescono in media del 13%, ma per alcuni prodotti si supera il 20%. Il re dei rincari è Fini Cotechino Modena Igp 500gr, aumentato in un anno del 43%. Bene Citterio Zampone 100% italiano che rispetto allo scorso anno ha visto ridurre il suo prezzo (-3%); più contenuti gli aumenti delle lenticchie, che rilevano un +3% rispetto al 2022. Mentre il salmone non è rincarato: si paga circa il 4% in meno dello scorso anno.  Panettoni e pandori in media non sono aumentati rispetto allo scorso anno. Dietro questo dato, però, si nasconde una realtà eterogenea con prodotti che registrano aumenti fino al 28% e prodotti diventati più economici con riduzioni anche superiori al 10%. Per la frutta la situazione è composita: segno meno per il prezzo medio dell’ananas (-8%), ma aumenti importanti per datteri (+12%) e fichi secchi (+7%). Quanto alle bollicine, indispensabili compagne dei festeggiamenti di Capodanno, si registrano aumenti medi del 4% ma a seconda del prodotto scelto si può arrivare a spendere anche il 20% in più. I prodotti più costosi (Champagne e spumanti metodo classico italiani) registrano rialzi più contenuti così come gli Asti Docg. Il Prosecco Marca Oro di Valdo e il Bosca Anniversay Brut sono quelli con maggiori rincari. —economiawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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