Chiara Appendino è stata condannata per falso in atto pubblico relativo al bilancio 2016 nell’ambito dell’inchiesta che la vedeva imputata per il caso Ream, la pena è stata ridotta a sei mesi.

L’avvocato Chiappero ha commentato che “Avevamo quattro capi di imputazione, tre sono caduti incluso il falso del 2017 perchè il fatto non sussiste, è rimasto quello del 2016 sul quale aspettiamo di leggere le motivazioni. Eravamo fiduciosi da sempre di aver sbagliato ma credendo in quello che faceva e speriamo di poter ribaltare la sentenza in appello, siamo a minimi storici di pena”

“Porterò a termine mio mandato da sindaca e come previsto da codice etico mi sospenderò dal Movimento 5 stelle” sono le parole di Appendino che creano ilarità in chi le legge, non sarebbe etico anche rinunciare alla carica, che è lei stessa più importante della sua appartenenza a un movimento?

In aula il giudice per le udienze preliminari Alessandra Pfiffner dopo aver aperto la seduta si è ritirata in camera di consiglio per deliberare. Presente in aula anche l’assessore al Bilancio Sergio Rolando, condannato a sei mesi, mentre l’ex capo di Gabinetto Paolo Giordana, condannato a otto mesi, non ha presenziato all’udienza. Per il direttore finanziario del Comune, Paolo Lubbia, che invece ha scelto il rito ordinario il processo si deve ancora aprire.

L’inchiesta Ream è stata coordinata dai procuratori aggiunti Enrica Gabetta e Marco Gianoglio. Il caso riguarda il debito che il Comune di Torino aveva contratto con Ream, fondo immobiliare di Unicredit, come caparra mai restituita dopo che il progetto di recupero dell’ex Westinghouse era naufragato e gli spazi presi da Esselunga. Secondo quando ricostruito dalle indagini i cinque milioni avrebbero dovuto essere restituiti nel 2016, durante il primo anno di giunta Appendino, ma tale cifra non fu iscritta a bilancio, rinviandone la restituzione agli anni successivi.

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