In Armenia, i cittadini dei villaggi fuori dal Nagorno-Karabakh, hanno dato fuoco alle proprie case prima di fuggire in vista della scadenza delle prossime ore che vedrà il territorio conteso consegnato all’Azerbaigian come parte dell’accordo di pace con l’Armenia firmato nei giorni scorsi e che ha portato alle insurrezioni popolari ad Erevan.

I residenti del distretto di Kalbajar in Azerbaigian, che da decenni è sotto il controllo dei separatisti armeni, hanno cominciato un esodo di massa dopo l’annuncio che dalla mezzanotte di oggi l’Azerbaigian riprenderà il controllo della zona, dopo combattimenti durati sei settimane e in cui sono stati uccisi 2.317 combattenti armeni. Anche se i numeri dei caduti, su entrambi i fronti, sono sicuramente più pesanti.

Nel villaggio di Charektar invece, che si trova al confine con il vicino distretto di Martakert che rimarrà sotto il controllo armeno, almeno sei case erano in fiamme giá dalle prime ore del mattino con dense colonne di fumo che si alzavano sulla valle.

Un abitante del villaggio dichiara: “Questa è casa mia, non posso lasciarla ai turchi”, come spesso gli armeni chiamano gli azeri, mentre gettava assi di legno e stracci imbevuti di benzina in una casa completamente vuota.
“Oggi tutti bruceranno le loro case. Ci è stato concesso fino a mezzanotte per andarcene” prosegue “Abbiamo anche spostato le tombe dei nostri genitori, gli azeri trarranno grande piacere nel profanare le nostre tombe. E questo è insopportabile”.

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