“Non sprecherò i miei giorni nel tentativo di prolungarli” è la frase riportata sugli striscioni del fulmine cerchiato, accompagnata da un iconico “fuck green pass“. Con queste parole (di Jack London) vogliamo porre l’accento su ciò che il green pass e lo stato d’emergenza stanno togliendo alle vite di milioni di studenti: la possibilità di vivere una vita che vale la pena d’esser vissuta.
“Il 31 marzo – inizia la nota di Sergio Filacchioni, responsabile nazionale del Blocco Studentesco – è prevista dal governo la fine dello stato di emergenza. Lo ha annunciato il premier Mario Draghi il 23 febbraio scorso. Affermazioni che sanno di grottesco (anche Zalensky ne sa qualcosa), perché di fatto all’annunciata fine de iure dello stato di emergenza non corrisponde l’abolizione delle restrizioni imposte ai cittadini proprio in ragione dell’emergenza, tra le quali l’obbligo vaccinale per determinate categorie di lavoratori over 50, l’obbligo di mascherine FFP2 e l’obbligo di quarantena da contatto – misura quest’ultima che sta rendendo impossibile il regolare svolgimento delle vite scolastiche degli studenti”.
“Del resto – continua la nota – pochi giorni fa il Governo stesso ha bocciato l’emendamento che proponeva l’abolizione del green pass contestualmente alla fine dell’emergenza. Perché? L’Italia è rimasta la sola in Europa ad essere ferma su posizioni restrittive e di limitazione delle libertà personali, quali interessi si celano dietro l’emergenza permanente? Forse la paura di perdere il controllo e la legittimazione di Draghi? Dal canto nostro non vogliamo aspettare che qualcuno ci doni la libertà o la sicurezza perché siamo consapevoli che prima di abolire l’emergenza istituzionale i nostri coetanei devono abolirla dentro di loro, nelle loro vite quotidiane: nelle azioni, nelle parole, nel pensiero. Con il decadere dello stato d’eccezione la libertà individuale dovrebbe essere pienamente restaurata. Il punto però è: c’è mai stata veramente?”.
“L’azione di questi giorni – conclude la nota – ha lo scopo di mandare un messaggio importante alla gioventù italiana: impiegate il vostro tempo piuttosto che rimanere in uno stato sonnacchioso e permanente di immobile attesa, non dovete esistere, ma vivere! Gli eventi in cui è precipitata l’Europa in questi giorni sono esemplari nel dimostrarci che il mondo ormai si divide in nazioni vive che fanno la storia e che si battono con vitalità per la loro difesa ed affermazione, e in nazioni addormentate dove la storia si ferma al covid, al consumismo e alla paura di morire. Sta alla nostra generazione e non ad attori terzi incarnare nuovamente una volontà storica, vitale e clamorosa con cui cacciare la borghesia piccola piccola che si è annidata nei palazzi e nei plessi: scolastici ma soprattutto nervosi”.