Questa mattina centinaia di città italiane si sono risvegliate con il volto di Saman Abbas, la giovanissima ragazza assassinata dalla famiglia, che pone a tutti delle domande troppo scomode per ottenere una risposta.

“La terribile vicenda di Saman Abbas – inizia la nota del movimento – ci pone di fronte all’ipocrisia del sistema mediatico italiano, che se messo davanti ad una verità scomoda preferisce tacere, glissare, ridurre ai minimi termini. Se per il povero Willy Monteiro la levata di scudi dei partiti di sinistra si era alzata tempestivamente, l’omicidio della ragazza è stata coperto con il velo dell’indifferenza. Perché? Ci domandiamo: prevale forse il rischio di una deriva maschilista? O magari quello di una deriva islamofoba? Quale presa di posizione potrebbe far arrabbiare chi? Semplicemente il caso di Abbas non poteva essere impugnato politicamente per attaccare l’opposizione, tanto meglio restare zitti, tanto meglio parlare d’altro”.

“Come sempre – prosegue la nota – ci troviamo a dover constatare come le grandi battaglie del politicamente corretto non siano altro che strumenti di offesa rivolte contro gli avversari politici, che spesso portano con sé un malcelato razzismo proprio quando hanno l’intenzione di denunciarlo. Se il movente deriva da un’interpretazione estrema della cultura islamica allora non c’è alcun problema con il patriarcato? Si potrebbe quindi legittimamente pensare che ci siano minoranze di serie A e minoranze di serie B? Evidentemente per la sinistra sei soltanto la tua pelle, la tua religione, il tuo sesso: vali soltanto se sei vittima, ma solo se sei vittima del bianco”.

“Dal nostro canto – conclude la nota del Blocco Studentesco – saremo sempre pronti a gridare che il Re è nudo, il Re politicamente corretto incoronato quotidianamente dai media, dai politici e dall’esercito del selfie dei cantanti, attori ed influencer alla moda, che vorrebbero darci a bere la loro verità. Fin quando in Italia regnerà l’ipocrisia latente di chi distingue la morte solo per il suo comodo, questa Nazione non avrà mai pace”.

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