Alla fine è arrivata la notifica. Di solito dovrebbe funzionare così: qualcuno sporge denuncia, si apre una indagine, vengono notificati gli atti e – infine – se la questione può essere di dominio pubblico trapelano le informazioni ed escono gli articoli di giornale.

In tempi di “Palamara” (non la persona in sè, ma il “caso” che è venuto fuori dalle intercettazioni contro Salvini) però succede che sappiano le informazioni prima alcuni giornalisti e/o politici rispetto agli indagati. Questa è la prima cosa terrificante che si può vedere attorno alla notizia di questi giorni (come se non ci fosse nulla di più importante) sul fantomatico sgombero di CasaPound a Roma, unico ‘centro sociale’ di destra in Italia ma indicato come se fosse il ‘primo nemico’ in una società che fa acqua da tutte le parti.

Ebbene, dopo le parole al vento di Virginia Raggi e compagnia, effettivamente oggi i dirigenti della Digos hanno notificato a CasaPound il sequestro preventivo del Palazzo di Via Napoleone III. Reato di occupazione abusiva, come era trapelato. La cosa però che deve fare pensare è un’altra: per giorni si discuteva su un presunto (e infamante) “odio razziale”, che nella realtà non ha superato neppure il vaglio del Giudice per le Indagini Preliminari.
Il GIP Mendola ha scritto testualmente, come riportato in esclusiva da Il Primato Nazionale, che “non sussistono elementi probatori sul reato di associazione a delinquere per l’incitamento all’odio razziale”, che tradotto diventa: la Raggi & company avevano saputo l’accusa (Albamonte? Casualmente filo-partigiano?) e hanno sparato le bombe mediatiche, ma non c’era nulla di tutto ciò. Che CasaPound non sia un movimento razzista è palese a tutti coloro che vogliono guardare con giudizio e non con preclusioni: in rete si possono trovare tranquillamente il presidente Gianluca Iannone che fa volontariato in Kenia, in Birmania e tanti altri militanti in Siria, per esempio. Certo, è un movimento nazionalista, che vuole difendere i confini, che vuole priorità nazionale, ma non razzista. Spesso questi meme sono accompagnati alla scritta “0% razzismo, 100% identità”.

Ci sarà quindi il pericolo di uno sgombero delle famiglie che vivono nel palazzo di Via Napoleone III 8 a Roma? Sì, come sempre quando si parla di occupazioni, anche a sinistra. Ma nessuna associazione a delinquere, come peraltro era già trapelato dalla vittoria di CasaPound contro la “censura” di Facebook (ecco spiegato il titolo: anche noi abbiamo avuto un articolo censurato per aver parlato di cronaca politica sul movimento). Il social network più popolato del mondo la aveva inserita tra le organizzazioni pericolose, ma il Tribunale ha imposto a facebook di rimuovere la censura perchè, comunque sia, CasaPound è una associazione che opera all’interno della legge. Ed effettivamente se un movimento può andare alle elezioni, non si capisce come altri possano pensare di essere sopra la Costituzione.

Se si pensasse meno a quello che fa CasaPound con i loro associati e di più a ciò che incide il presente, soprattutto dopo il covid e la crisi economica che sta portando il lockdown, non sarebbe meglio?

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