In questi anni abbiamo visto ambientalisti scagliarsi sull’inquinamento, sull’utilizzo dell’olio di palma, abbiamo visto movimenti giovanili scendere in piazza per il futuro del clima. Ma chi ha parlato del problema Europeo del Bushmeat?
Cos’è il Bushmeat
È la vendita di carne di animali africani protetti. Questo mercato è conosciuto da anni, e in mezzo alle bancherelle di frutta e verdura si trova carne di animali catturati illegalmente e senza procedure di profilassi sanitarie.
Uno studio condotto dalla Biodiversity and Conservation riporta i risultati di un indagine svolta nel mercato di Bruxelles, che ha svelato almeno tre specie animali protette africane.
Il team del Royal belgian institute of natural sciences, comprando carne nei mercati rionali ha scoperto, eseguendo dei test sui vari DNA, che la carne proveniva dal cercopiteco naso bianco del Congo, cercopiteco del Brazzà e di un antilope chiamato cefalo bianco, animali protetti.
Tutto questo è stato denunciato dall’Istituto, oltre a dipendere dall’uccisione di animali protetti è oltretutto superflua essendo disponibile in loco molta carne proveniente da filiere d’allevamento.
Il problema del Bushmeat è sottovalutato dalle comunità europee, sempre pronte a scagliarsi contro la caccia (legale) che, nonostante tutto, è regolamentata per salvaguardiare il territorio e le specie animali. Questo fenomeno interviene pesantemente sulle specie più vulnerabili e indifese, senza alcun criterio di gestione faunistica. Inoltre spesso sono preda animali giovanissimi e giovani, destabilizzando le popolazioni e la loro presenza sul territorio.
L’Europa sembra sottovalutare questo problema, giustificando questo scempio paragonandolo al “campicello del povero” che coglie alcuni frutti che spuntano spontaneamente. Ma gli animali vengono catturati con trappole, fili, avvelenati e scuoiati vivi, e senza parlare delle condizioni igieniche di conservazione e trasportandoli in tutta tranquillità per i stati Europei. Tutto questo non ha nulla di tradizionale e di sacro ma è una pratica che deturpa e devasta i territori.