E’ “pesante” il conto della prima settimana di chiusura alle 18 per bar, ristoranti, pasticcerie e gelaterie.

Una indagine su 350 operatori svolta dall’Epat sui propri associati di Torino e provincia rileva una perdita tra il 75% e il 100% dei ricavi sulla settima precedente. Le stime del 2020, rispetto al 2019, sono di una perdita di 1 miliardo e 100 milioni di euro, mentre per tutto il Piemonte la perdita stimata è di un miliardo e 700 milioni.

L’aggravamento della chiusura alle 18, comporta solo per il mese di novembre, un ulteriore deficit di 101 milioni di euro a Torino e 191 sulla regione, con una perdita media per ogni azienda che a novembre è stimata in circa 9mila euro.

“Una perdita consistente – commenta all’ANSA Alessandro Mautino, presidente Epat Torino e Provincia – che si auspica non debba esser reiterata nel mese di Dicembre dove assumerebbe entità ancora più consistente ed esponenziale per le mancanze di ricavi del periodo natalizio, normalmente al centro dei consumi annuali per gli esercizi delle nostre categorie”.

“Il sacrificio richiesto alle aziende del settore – aggiunge Claudio Ferraro direttore Epat Torino e Provincia – con i suoi numeri impietosi lascia attoniti e la speranza e che il sacrificio, tra l’altro solo di alcune categorie, serva ad un efficace lotta al contagio. I ristori, come atto dovuto, contribuiranno a permettere alle aziende di superare il mese di novembre solo se erogati subito, anche perché la loro entità non supererà il 50% della perdita effettivamente subita”.

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