È da giorni che si può notare il mutare del calcio ad una modernità che i tifosi più romantici ripudiano, ovvero i grossi capitali investiti in questo gioco che fattura ogni anno 4.7 miliardi di euro nella sola Italia. Sono cifre monstre considerando gli incassi in tutto il mondo, essendo questo lo sport più seguito.
È esattamente dal 2011, anno in qui la Qatar Investment Authority acquista le quote di maggioranza del Paris Saint-Germain, che si è notata una vera e propria trasformazione nel mondo del football, con squadre, tipo i francesi, che comprano a cifre astronomiche giocatori per puntare a vincere tutte le competizioni possibili e dandogli stipendi faraonici.
L’ultimo in ordine cronologico ad aver investito in Europa, più precisamente in Inghilterra, è il principe saudita Mohamed Bin Salman che ha acquistato il Newcastle United, squadra militante nella Premier League.
Il principe è un fan sfegatato di questo sport e infatti, con la qualificazione già in tasca ai mondiali di Russia 2018 della sua Arabia Saudita, nel 2017 mandò a farsi le ossa nella Liga spagnola ai giocatori di punta della nazionale, tutto questo pagando la Federcalcio iberica e fornendo questi a diverse squadre sia di Liga che di Liga 2, con il Leganès che ne prese addirittura due.
Furono molte le polemiche, e infatti in quell’occasione molti club declinarono la gentile offerta saudita.
Di poche ore fa è invece la notizia della Nazionale Cinese, che per puntare all’accesso ai Mondiali del 2022, che si svolgeranno in Qatar, sta naturalizzando diversi stranieri, perlopiù brasiliani, per poter arricchire la rosa di innesti interessanti e per provare l’impresa della vittoria del girone di qualificazione, che per ora vede in testa la Siria con otto punti di vantaggio proprio sulla Cina.
Se le qualificazioni dovessero chiudersi oggi la Cina non verrebbe neanche ripescata come migliore seconda.
I giocatori in questione sono Elkeson, Aloisio Gonçalves e Nico Yannaris, brasiliani i primi due e anglo-cinese il terzo. A loro si aggiungeranno prossimamente Fernandinho, Ricardo Goulart, Alan Carvalho e Browning, non appena avranno tutti i requisiti in regola con le leggi della FIFA e della cittadinanza cinese.
Stiamo assistendo quindi ad un mutamento sia per i club che per le nazionali, anche se la nazionale, per chiunque abbia sognato da bambino di diventare un calciatore professionista, è sempre stata motivo di orgoglio per il paese d’origine e della propria terra, mentre ad oggi si è trasformato in un occasio e per guadagnare degli extra oltre al proprio stipendio percepito dal club di appartenenza.