Un esperimento politico o un nuovo step per la politica italiana? A Cuneo, mentre centrodestra e centrosinistra perdono tempo (le elezioni sono a Giugno), c’è chi ha le idee chiare. Abbiamo intervistato Beppe Lauria, candidato sindaco per la città del cosiddetto “Terzo Polo”, in alternativa ai grossi schieramenti. Lauria è un uomo politico di spicco della “provincia Granda”, già storico consigliere comunale e assessore. Quest’anno è appoggiato ora da una coalizione eterogenea di movimenti anche nazionali. Come per esempio “Rinascimento – Io Apro” di Vittorio Sgarbi e “il Popolo della Famiglia” di Adinolfi. Ma anche “Italexit” di Gianluigi Paragone. All’interno del progetto fanno parte altre liste, nonché delle civiche di comprovata esperienza territoriale.
Un evento unico del suo genere che potrebbe essere una forza clamorosa alle elezioni di Cuneo. Ne parliamo con il candidato Sindaco.
Chi è Beppe Lauria?
Beppe Lauria è una persona che fa le cose in cui crede senza badare al proprio tornaconto. Uno che si è messo in discussione molte volte e lo sta facendo anche ora. Che ha avuto grossi problemi, in quanto scomodo e che ha pagato per essere libero. Essere libero significa anteporre agli interessi di parte gli interessi del territorio. Mettere davanti a tutto gli interessi collettivi.
Ci racconta il progetto del terzo polo su Cuneo? Da dove è nato e da chi è composto?
Il terzo polo nasce per strada. L’idea di ricandidarmi è nata da amici che me lo hanno chiesto, dato il mio impegno quotidiano e la mia storia politica. A ciò si sono aggiunte altre persone e il resto si sta determinando ora. Una corsa con pochi attori inizialmente, ma che adesso sta diventando interessante. Sulla mia candidatura a sindaco di Cuneo converge Sgarbi con “io apro” e “Rinascimento”, poi “il popolo della Famiglia e “Italexit”. Ma anche altri soggetti molto conosciuti a livello territoriale.
I partiti noti faticano a fare la propria lista di partito, mentre noi siamo in controtendenza e mettiamo insieme delle persone. Vogliamo essere l’alternativa alla sinistracentro (così la definisco io) che da sempre governa Cuneo ma che non ha ancora scelto il suo candidato. Ma anche al centrodestra che è latitante. Credo che si stia realizzando una grande convergenza in alternativa e l’alternativa siamo noi. Offriamo a chi non è andato in passato a votare in quanto disilluso una nuova opzione. Che è quella del terzo polo, che è più reale che mai.
Quindi nè centrodestra nè centrosinistra?
Esatto: ne centrodestra ne centrosinistra. Un terzo polo fatto da liste civiche o da partiti che, seppur non grandissimi, rappresentano qualcosa sicuramente di diverso rispetto alle cose trite e ritrite del passato. C’è gente all’interno che si è davvero messa in discussione. E lo ha fatto senza se e senza ma. C’è trasversalità sia nelle liste civiche che negli altri contenitori.
Quest’ultimi sono nuovi e ci sono personaggi delusi sia dalla Lega che dal Movimento Cinque Stelle. Ci sono tanti soggetti che si rimettono in discussione in una nuova casa. Queste nuove case hanno deciso, e ne sono grato e lusingato, di convergere su di me. Che rappresento da sempre l’alternativa nel cuneese. Da sempre sono l’unico che ha fatto una vera opposizione, sia a questa che alle precedenti amministrazioni.
Sono una persona che ha tutti i titoli per avere la legittimità e la credibilità politica per rappresentare qualcosa di diverso. Perché sono qualcosa di diverso. Ho fatto anche l’assessore con risultati tutt’oggi riscontrabili. Metto il mio bagaglio a disposizione della mia città.
Vogliamo mettere insieme ancora altri soggetti autorevoli per dare ulteriore forza al progetto.
Quali sono le battaglie che vorrete affrontare?
Intanto mettiamo al centro il cittadino. L’amministrazione uscente, per anni, se ne è fregata altamente di ciò che pensavano i cittadini.
Ci sono due battaglie che ho fatto, che condivido insieme ad altri candidati ma che posso fare sicuramente mie.
La prima è l’avversione alla costruzione del parcheggio sotterraneo in Piazza Europa. Qui assistiamo al paradosso dell’ente comune che fa da società immobiliare ovvero realizza per poi vendere. Per l’ospedale c’è una scelta di ubicare l’ospedale fuori dall’ente comune, approvata da una larga maggioranza che va dal centrosinistra al centrodestra. Gli unici che si sono opposti sono stati il sottoscritto e i componenti della sinistra radicale. Io vorrei scegliere alla luce del giorno con cognizione. E capire cosa verrà fatto nello spazio che si libererà.
Eviterei molte cose che sono state messe in discussione a fine mandato. Tale comportamento è emblematico del grado di democrazia dell’amministrazione uscente, e lo affermo con forza. Le scelte da milioni di euro a fine mandato sono quantomeno singolari.
Vi è poi il discorso legato alla sicurezza: sono quello che ha chiesto e ottenuto che venisse messo un posto di polizia urbana decentrata. Tuttavia il progetto è stato si realizzato. E ne sono contento. Se non funziona però magari vanno rivisitate alcune situazioni. Ci sono criticità sul territorio, suggerimenti in passato ne ho dati, ma sono caduti nel vuoto. Sono convinto però di essere il più credibile, in quanto è una battaglia che porto avanti da vent’anni.
Sotto elezioni tutti sono pronti a promettere, ma la storia di ognuno è l’unica testimonianza di chi è più credibile davvero.
Come vi ponete verso le altre forze politiche?
Nella prima fase ci si conta. I progetti sono diversi e non può esistere un dialogo in zona cesarini con chi non si è mai dialogato. Il programma che stiamo allestendo penso che possa essere condiviso dai più. Nel caso di andare al ballottaggio saremo disponibili ad avere contributi anche da soggetti terzi. Soprattutto, quando in sede di ballottaggio, ci sarà chiaramente l’esigenza di trovare delle convergenze.
Ad oggi però il dialogo è inesistente. Non posso dialogare con lo sfidante, perché lo sto sfidando. Non posso dialogare con gli altri perché non esistono. Quindi diventa difficile dialogare con chi non c’è.
Siete catalizzatori del dissenso politico, siete fiduciosi di andare al ballottaggio?
Noi non siamo solo i catalizzatori di un dissenso politico. Siamo un contenitore in cui all’interno vi è l’esperienza, e la continuità storica. Poichè presentiamo due liste civiche che esistono da tempo e che in passato hanno espresso dei consiglieri. Siamo la coerenza.
Noi siamo per e non contro: purtroppo il ragionamento “per”, in passato, non è volutamente stato considerato preferendo il “contro”. Abbiamo messo insieme i gruppi che in questa fase storica hanno manifestato dissenso. Quello che è accaduto in questo paese è a dir poco allucinate. Molti candidati hanno fatto le battaglie “no green pass” che, attenzione, non è il no vaccino. Ci sono vaccinati e non vaccinati, e il dissenso è verso il green pass.
Noi crediamo che il green pass non sia stato la soluzione ai problemi, e oggi ciò è evidente. E non crediamo che vi sia l’esigenza di apporre altre limitazioni di libertà alle vite delle persone. C’è stata la visita di Draghi a Torino, con una città pressoché blindata. Ciò significa che il Presidente del consiglio, che dovrebbe essere il presidente di tutti gli italiani a prescindere, si nega alla piazza. Perché ovviamente il dissenso che persiste da fastidio.
Partendo da un principio di libertà, sancito dalla Costituzione, pensiamo che quest’ultima sia stata presa letteralmente a calci, in quest’ultimo periodo. Molte persone daranno fiducia al terzo polo proprio per la sofferenza patita, in termini di libertà, negli ultimi anni.
Siamo sicuri di andare al ballottaggio, nel caso in cui l’avversario vincesse al primo turno ci accontenteremo del secondo posto. Noi pensiamo però che si possa arrivare al ballottaggio e pensiamo di essere i più attrezzati per essere gli alternativi. I candidati sindaci hanno caratteristiche diverse. Andare al ballottaggio è quindi il primo obiettivo, convinti sia alla portata della nostra coalizione.
Coalizione che probabilmente si allargherà nei prossimi giorni. Agevolati intanto da dei competitor con una maggioranza uscente arrogante, che litiga sotto elezioni per questioni di potere. Ma che troverà sicuramente la quadra. E un centrodestra assolutamente inesistente, come da cinque anni, in cui è stato marginale su tutti i temi. Basta riavvolgere il film dei consigli comunali di questi ultimi anni per vedere chi c’era e chi no.