Non abbiamo dovuto attendere poi molto prima di vedere comparire le prime creste di sabbia lungo il percorso della 43^ edizione del Rally Raid più famoso del mondo. I primi 150 km della Prova Speciale che da Bisha ha condotto la carovana della Dakar a Wadi Ad-Dawasir sono stati infatti percorsi in un mare di dune che non poche difficoltà ha creato ai piloti e agli equipaggi scattati per primi e chiamati ad aprire la pista.
Le moto
Davanti a tutti, grazie a una seconda Speciale in cui hanno saputo sfruttare al meglio la propria posizione di partenza, ci sono Joan Barreda e Ricky Brabec: i due portacolori di Honda hanno chiuso rispettivamente in prima e seconda posizione, riuscendo a tenersi sempre qualche minuto di vantaggio sulla Husqvarna di un ottimo Pablo Quintanilla.
La top ten della Stage 2 è infine completata da Luciano Benavides, da Daniel Sanders (rookie in sella alla KTM che finora sta ben figurando sui difficili percorsi dell’Arabia Saudita) e Xavier De Soultrait, capace di limitare i danni in una giornata che ha visto persino i migliori incappare in problemi tecnici e difficoltà di navigazione.
Con due Stage ormai alle spalle, Joan Barreda e la sua Honda guidano il plotone con 6’23” di vantaggio sulla moto gemella di Ricky Brabec. 3^ assoluta è la Yamaha di Ross Branch, che precede il duo Husqvarna formato da Pablo Quintanilla e Xavier De Soultrait. Fa la sua prima apparizione nella top ten generale Adrien Van Beveren, mentre netto balzo all’indietro tanto per Sam Sunderland quanto per Toby Price: i due, ora, occupano rispettivamente la 12^ e 15^ piazza staccati di 12’ e 17’ dalla vetta.
Le auto
A Stephane Peterhansel e Carlos Sainz, a Nasser Al-Attiyah, non è bastato il solo ordine di partenza favorevole. Il principe del Qatar ha infatti dovuto ricorrere a tutto il proprio talento per tagliare per primo il traguardo di Wadi Ad-Dawasir, con il duo del team Mini JCW X-Raid che ha rapidamente sbrogliato la matassa della navigazione tra le dune gettandosi subito ventre a terra all’inseguimento della Toyota Hilux #301. La Stage 2 sancisce dunque un cambio al vertice della classifica generale delle auto. Davanti a tutti balza ora Stephane Peterhansel, inseguito a breve distanza dal compagno di squadra Carlos Sainz e dal mai domo Nasser Al-Attiyah. Tengono botta tanto Serradori quanto Przygonski (rispettivamente 4° e 5°), mentre approdano nella top ten generale Yazeed Al Rajhi e Sebastien Loeb. Resiste Nani Roma, aggrappato con le unghie e con i denti alla decima posizione.
I camion
Dmitry Sotnikov concede il bis, e lo fa consecutivamente. Il russo di KAMAZ trionfa nella Stage 2 dopo aver centrato il successo durante la prima giornata, rifilando 4’37” di ritorno al compagno di marca Airat Mardeev.
Mantenendo la testa della corsa dal primo Waypoint fino al traguardo, Sotnikov è stato irraggiungibile per tutti i suoi diretti inseguitori. È riuscito comunque a limitare in qualche modo i danni Siarhei Viazovich, che con il suo MAZ sembra essere anche quest’anno l’unico in grado di tenere il passo dei KAMAZ con una certa costanza. Alle spalle del pilota bielorusso c’è la sorpresa Aliaksei Vishneuski, mentre l’Iveco di Martin Micek riesce a mettere le sue enormi ruote davanti a quelle – altrettanto ingombranti – del KAMAZ di Anton Shibalov. Solo 9° è poi il Praga di Ales Loprais, che dopo un primo quarto di Stage disputato allo stesso ritmo di Sotnikov ha pian piano perso contatto con il gruppo di testa fino ad accumulare quasi 23’ di svantaggio.
Grazie ai suoi due successi consecutivi, Dmitry Sotnikov mette a punto i preparativi per un tentativo di fuga. Il russo guida ora la classifica provvisoria con 17’14” di margine su Siarhei Viazovich e con 22’03” di margine su Anton Shibalov. Martin Macik, 4°, scavalca ora Ales Loprais, mentre continua il buon esordio di Ignacio Casale tra i camion.