E’ ormai ufficiale, Damilano ha perso il ballottaggio contro il Prof. Lorusso. Il Centrosinistra riconquista la città che ha amministrato per trent’anni, interrotti solo dalla breve parentesi dei Cinque Stelle.

Dopo i disastri dell’amministrazione Appendino ed un Partito democratico in affanno e responsabile del collasso economico di Torino, per la destra questa tornata elettorale avrebbe potuto essere decisiva. Finalmente, grazie ad una serie di coincidenze che hanno permesso di svelare l’inconsistenza programmatica e politica della sinistra, la destra avrebbe potuto conquistare la Sala Rossa. E provare a costruire un’alternativa seria rispetto a quella proposta dal fronte progressista e quindi pianificare un diverso futuro per la città.

La destra però ha sbagliato tutto

Nei cinque anni di Appendino non ha mai lavorato veramente sul territorio. Non c’è mai stata una reale programmazione politica, sociale, metapolitica e culturale. Non è mai stata elaborata una strategia di lungo periodo per costruire una rete di contropotere rispetto a quelle sociali, economiche e culturali della sinistra.

Anche la scelta di Damilano è forse stata sbagliata. Andava scelto un candidato che potesse incarnare un nuovo progetto politico. E non proporre solo un’operazione di marketing priva di contenuti e programmi.

Infine è mancata una politica sui quartieri periferici, quelli, per intenderci, che sfrattarono Fassino ed il Partito democratico votando l’Appendino. Nella speranza di un cambiamento che non c’è mai stato.

Il 2021 era l’occasione buona per provare a cambiare il corso della storia di Torino.

Ora la destra deve rimboccarsi le maniche, capire gli errori commessi e mettersi al lavoro per pianificare ed attuare un piano di “conquista” politica, economica, sociale e culturale. Solo così si potrà pensare di battere la sinistra e poi governare la città.

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