Sohaib Teima, 21enne italo-egiziano, accusato del delitto di La Salle, ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere durante l’interrogatorio di garanzia davanti al giudice per le indagini preliminari. Il giovane, estradato dalla Francia e ora detenuto nel carcere Lorusso-Cotugno di Torino, è accusato di aver ucciso con un’arma da taglio la compagna Auriane Nathalie Laisne, 22enne di Lione, trovata morta a marzo scorso in una chiesetta abbandonata in Valle d’Aosta.

Sohaib Teima, il trasferimento in Italia e il passato di violenza

Sohaib Teima è stato estradato dalla Francia dopo l’ok delle autorità transalpine a maggio e trasferito in Italia nei giorni scorsi. Prima di questa vicenda, il giovane era già stato condannato per violenza domestica e minacce ai danni della stessa Auriane. Il 13 novembre scorso, in secondo grado, è stata confermata la pena di sei mesi di reclusione, già scontati in custodia cautelare.

Accuse e strategia difensiva

In Italia, Teima dovrà affrontare accuse ben più gravi: omicidio premeditato, aggravato dal legame sentimentale con la vittima, e occultamento di cadavere, che secondo la procura mirava a garantirgli l’impunità. Nonostante la gravità delle imputazioni, il giovane continua a professarsi innocente.

I legali italiani, che non avevano potuto incontrarlo in Francia, hanno dichiarato di voler attendere prima di farlo parlare con il pubblico ministero. Il primo confronto tra Teima e i suoi avvocati è previsto per il 2 dicembre.

Un caso che scuote Italia e Francia

Questo delitto ha unito due paesi: la Francia, luogo d’origine della vittima, e l’Italia, dove si è consumata la tragedia. La vicenda sottolinea la necessità di un’attenta riflessione sul tema della violenza nelle relazioni.

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