(Adnkronos) – “Dopo oltre vent’anni, riuniamo le nostre 2600 persone che su Roma erano disperse in più sedi. Roma è e rimane per noi un centro imprescindibile nel quale siamo convinti ci siano spazi per fare business e rappresenta per i ragazzi di Roma che studiano qui, di avere poi uno sbocco lavorativo importante. Prevediamo di assumere ancora un migliaio di persone nei prossimi tre anni”. Sono le parole di Fabio Pompei, Ceo di Deloitte Central Mediterranean, intervistato in occasione dell’inaugurazione della nuova sede in via Vittorio Veneto nell’edificio realizzato nel 1927 dall'architetto Carlo Broggi, sede storica dell'Iri (Istituto per la Ricostruzione Industriale), “ridare vita a questo palazzo ha anche un significato simbolico” ha sottolineato Pompei.  Deloitte ha saputo abbinare allo ‘stile neoclassico dell'edificio’ tutte le tecnologie più innovative e ‘tutti i requisiti di sostenibilità più all'avanguardia’: “È un building che ha tre certificazioni, Breeam, Leed e Well, sicuramente il top dei requisiti di sostenibilità, uno degli aspetti per noi imprescindibili.” fa sapere il Ceo. La riqualificazione dell'iconico edificio ha richiesto investimenti importanti ‘dal punto di vista soprattutto della tecnologia e dell'innovazione’ ha spiegato Fabio Pompei che ha poi aggiunto: “Siamo convinti che possa restituire vitalità a tutta l'area di via Veneto con l’obiettivo di restituire valore alla città e attrarre giovani”.  Gli uffici occupano una superficie di 16mila metri quadrati per accogliere le persone di Deloitte che ha visto crescere il suo organico nella Capitale del +93% dal 2019. Con la prospettiva di 1000 nuove assunzioni nei prossimi 3 anni, Deloitte è alla ricerca di nuovi profili: “La nostra ricerca si sta spostando da un lato verso persone che hanno competenze tecnologiche molto verticali. Dall'altro abbiamo la nostra percezione del mondo di domani, quando avremo a disposizione, probabilmente proprio per tutte le attività, una mole di dati e informazioni che era impensabile fino a poco tempo fa – spiega Pompei – C'è bisogno di competenze, di tecnologia pura, ma dall'altro rimane però importante avere una visione più ampia di competenze che siano più trasversali e in grado di portare avanti l’analisi e l’approfondimento dei dati. Abbiamo un tema di presenza nelle discipline Stem molto limitate in Italia. Fatichiamo a trovare le risorse di cui abbiamo bisogno”.   Deloitte ha fatto anche da Osservatorio con la sua Fondazione per ‘cercare di trovare degli strumenti e delle modalità volti a incentivare i ragazzi ad avviarsi sempre di più anche verso questo tipo di discipline, ma ci sono ancora tanti pregiudizi, soprattutto nell'ambito delle nostre ragazze più giovani, a intraprenderle. È paradossale come avendo oggi ancora un livello di disoccupazione giovanile alto, abbiamo un bisogno disperato di risorse con queste competenze.’ ha concluso Pompei. —lavorowebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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