Le ultime uscite di Oscar Farinetti hanno fatto molto discutere. Ha citato Mussolini a “Di Martedì” e in altre occasioni, plaude alla sanatoria degli immigrati perchè “alcuni lavori gli italiani non li vogliono più fare” (probabilmente alle cifre che vorrebbe lui…), ma una su tutte gli ha causato molte avversità: aver dichiarato che sarebbe giusto prelevare il 2% dei soldi degli italiani per mettere a posto i conti dello “Stato Italia”. Si è arrabbiato molto Farinetti, in più interviste, perchè molte testate hanno tradotto questo suo pensiero in “prelievo forzoso“.
Il fondatore di Eataly la definisce più o meno una banale operazione da “buon padre di famiglia”. Resta un mistero a che famiglia si riferisca, perchè la realtà è che, dopo due mesi e più di lockdown, molti padri di famiglia sono davvero preoccupati di come dar da mangiare ai propri figli senza indebitarsi ulteriormente.
Feltri scrisse un post su questo tema “prelevare una percentuale del denaro depositato sui conti correnti, cioè nostri soldi già tassati alla fonte. In lingua italiana si chiama furto”, una definizione molto più corretta rispetto alla definizione “buon padre di famiglia”: quale padre toglierebbe dei soldi ai propri figli, dopo che gli ha già preso metà dei loro ricavi?
Intanto però nel mondo reale continuano i “regalini” a Farinetti, che ha chiesto mezza piazza XXV Aprile di Milano per fare un grande dehoor di Eataly “per tornare alla normalità”, dice l’arrabbiato Oscar. Ne parla il Parlamentare Gianluigi Paragone sul suo sito “prima o poi qualcuno dovrà spiegare come mai Oscar Farinetti, a differenza di altri, può fare il bello e il cattivo tempo e ottenere ogni volta quello che chiede, come se fossero dei regali, mentre ad altri piccoli e medi imprenditori vengono puntualmente sbattute porte in faccia”. Patrimoniale, regolarizzazione dei braccianti, regali dalle istituzioni… a pensar male si fa peccato ma qualche volte ci si azzecca, potremmo rispondere a Paragone. Oppure semplicemente il nervoso Farinetti vive in un altro mondo, un mondo diverso rispetto ai suoi dipendenti.