Non si fermano i rincari sul prezzo del grano, e di conseguenza di pasta e pane. La causa scatenante dell’aumento è lo specchio dell’aumento del prezzo di tante materie prime, in primis delle bollette energetiche.
Ecco quindi che un chilo di pasta, che prima la grande distribuzione acquistava a 1.10 euro, adesso ne costa 1,40. E a fine gennaio arriverà a 1,52. A dirlo è Vincenzo Divella, amministratore delegato dell’monimo gruppo pugliese.
“I primi 30 centesimi li abbiamo dovuti chiedere dopo l’estate, per far fronte all’aumento vertiginoso del costo della nostra principale materia prima, cioè il grano. Tra giugno e oggi il prezzo del grano alla borsa di Foggia è cresciuto del 90%. Un rincaro che non avremmo mai potuto ammortizzare da soli, basta pensare che per noi la semola rappresenta il 60% di tutto il costo di produzione della pasta.
Con l’arrivo dell’autunno, poi, ci si sono messi tutti gli altri rincari: il costo del cellophane è aumentato del 25%, il gas del 300%, l’elettricità anche. Per questo a gennaio abbiamo chiesto alla grande distribuzione altri 12 centesimi al chilo. Un aumento, questo, che dovrebbe diventare effettivo con il rinnovo degli ordini alla fine di questo mese. La verità è che i prezzi potrebbero aumentare di nuovo. A dicembre gli stabilimenti produttivi si sono fermati per 15 giorni e nessuno ha comprato grano. Ma già ieri, alla borsa merci di Bari, la prima che si è riunita dopo il Capodanno, c’è stato un aumento del 6%. I pastifici riaccendono i motori, e subito il prezzo del grano risale. E poi c’è un’altra cosa che mi preoccupa: basterà il grano nazionale, fino a giugno?”.
Quindi dovremmo aspettarci ulteriori rincari per tutto questo 2022 su beni di prima necessità. Che influenzeranno pesantemente sul bilancio familiare italiano.