Era il 13 Marzo 1975 quando Sergio Ramelli, un giovane iscritto e militante del Fronte della Gioventù, venne colpito e aggredito sotto casa da un gruppo di antagonisti. L’aggessione gli costò la vita, dopo giorni di coma, a soli 19 anni.
Fu selvaggiamente aggredito per la sola colpa di essere militante di destra. La storia di Sergio inizia da una scuola, luogo in cui ogni giovane dovrebbe essere libero di esprimere e fare crescere le proprie idee. Ma in quegli anni no, non si poteva.
Sergio Ramelli e il tema che gli costò la vita
Sergio Ramelli aveva redatto un tema, dato dal professore di italiano, sulla pericolosità delle Brigate Rosse. Parlando delle varie sigle di sinistra e di come il Paese stesse scivolando verso una spirale di odio e terrore. Il tema di Sergio non fu neanche corretto dal professore. Perché un gruppetto di studenti legati ad Avanguardia Operaia requisì tutti gli scritti e si mise a spulciarli uno a uno.
Dopo neanche due ore i fogli protocollo scritti da Ramelli vennero esposti nella bacheca all’entrata della scuola. Con quasi tutte le frasi sottolineate e sopra una scritta rossa come il fuoco: “Ecco il tema di un fascista!“. Da quel momento Sergio divenne un mirino per i suoi nemici, che quotidianamente lo attaccarono fisicamente e verbalmente. Arrivando a scrivere anche sotto casa sua “Ramelli fascista sei il primo della lista”.
Il fatidico 13 marzo del 1975 Sergio, tornando a casa, cadde vittima di un agguato di Avanguardia Operaia. Lo aggredirono in quattro appena sceso dal motorino. Colpendolo ripetutamente con le chiavi inglesi fino a sfondargli il cranio e lasciandolo in fin di vita sul selciato, in un lago di sangue.
Il 29 aprile Sergio morì dopo una lunga agonia in ospedale.