Il 30 Ottobre 1885 nasceva a Hailey, nell’Idaho (Stati Uniti), Ezra Pound, definito uno dei poeti e saggisti più grandi del Novecento. Visse per lo più in Europa e fu uno dei protagonisti del modernismo e della poesia di inizio XX secolo.
Assieme a Thomas Stearns Eliot, furono la motrice trainante di molti movimenti modernisti principalmente dell’imagismo e del vorticismo. Correnti che prediligevano un linguaggio d’impatto, un immaginario spoglio e una netta corrispondenza tra la musicalità del verso e lo stato d’animo che esprimeva, in contrasto con la letteratura vittoriana e con i poeti georgiani. Sono temi ricorrenti nella sua poesia epica e lirica, la nostalgia per il passato, la fusione tra culture diverse, e il tema dell’usura, contro cui si scaglia apertamente.
Ezra Pound e il fascismo
Anche il Vate Gabriele D’Annunzio espresse ammirazione in lui, definendolo il poeta che “cantò la bellezza e sfidò l’usura”. E per avere individuato nel materialismo della “usurocrazia” la causa principale della degenerazione sociale. Durante gli anni trenta e quaranta espresse ammirazione per Mussolini, Hitler e Oswald Mosley. Ezra Pound si trasferirà in Italia nel 1924, dove sostenne il fascismo fino alla caduta della Repubblica Sociale Italiana.
Catturato dai partigiani, venne rinchiuso in una gabbia di filo spinato a Coltano (Pisa), e venne esposto al sole di giorno e agli accecanti riflettori di notte. Consegnato alle forze armate degli Stati Uniti d’America, fu sottoposto a processo per tradimento. Dichiarato incapace di intendere con una contestata diagnosi, fu detenuto dodici anni in un manicomio giudiziario. Fino a quando, liberato, tornò in Italia dove trascorse gli ultimi anni della sua vita.
La figura di Pound oggi
“Credo nelle idee che diventano azioni” è una frase che ispirò e accese gli animi di molti giovani rivoluzionari nel mondo. Soprattutto in Italia, con il noto movimento italiano CasaPound, che prese ispirazione e dedicò al poeta il nome del movimento.
Ezra Pound si spense il 1 Novembre 1972, a Venezia.
